La meravigliosa civiltà delle Donne

Ovvero quando il mondo andava per il verso giusto perchè guidato dalle donne!
Noi donne fummo le prime a guidare il mondo e la società umana, provabilmente per la grande importanza del ruolo di madre: Colei che crea la vita nel suo corpo e dona la vita tramite il suo corpo.
Una Creatrice, come vuole la mia Religione ( che infatti è la più antica di tutte).
La prima testimonianza “fisica” della società matriarcale risale a ben 35.000 anni fa, nella grotta di Hohle Fels in Germania: un pendaglio ricavato da una zanna di mammuth lungo 6 cm che raffigura una donna pingue, magari incinta, con seni e natiche enormi e una vagina molto evidenziata. Senza dubbio era un amuleto raffigurante una divinità femminile da portare al collo come buon auspicio per le donne desiderose di diventare madri.
Sono numerosissime le raffigurazione delle Dee per tutto il Paleolitico, 25.000 anni fa, ritrovate in Europa e Asia, chiamate in seguito Veneri.
E per tutto il Neolitico vennero scolpite statue di varie dimensioni di donne/Dee dalle forme abbondanti, simbolo di fertilità e maternità.
Ci sono testimonianze anche in Turchia e a Malta, tra i megaliti.
Proprio a Malta i templi fungevano da magazzini pubblici e vi si svolgevano cerimonie in nome della Dea per distribuire il cibo tramite sacerdotesse ben in carne .
La Madre, infatti, è colei che ci nutre, dapprima nel suo corpo e poi con il suo corpo.
Un’Essere meraviglioso e unico che tutte noi dobbiamo essere fiere di avere conosciuto e di esserlo poi diventato.
Non sono mai state trovate tracce di fortificazioni negli insediamenti megalitici in tutta l’Europa, segno che con Donne alla guida non esistevano guerre, colonialismi, massacri fratricidi.
E le testimonianze archeologiche dimostrano anche che nella vecchia Europa, e non solo, era esistita una grande e meravigliosa civiltà di pace e d’amore, precedente ai Sumeri e ai Greci, una civiltà delle Donne e della Dea Madre.
Ma com’era questa idilliaca società guidata dalle donne?
Secondo gli studi antropologici, in particolare cito l’ antropologa Heide Göttner- Abendroth, dell’Accademia internazionale Hagia di Winzer (Germania), fondatrice dei moderni studi sul matriarcato, veniva praticata principlamente un’agricoltura di sostentamento, più l’allevamento di alcuni animali domestici. La vita si svolgeva nel villaggio materno, il nome si prendeva dalla madre e si tramandavano i suoi beni.
Si godeva anche di una certa libertà sessuale e i figli venivano allevati dalle madri e dalle nonne.
Terreni e animali appartenevano a tutto il clan perchè Madre Terra è di tutti e non può essere divisa, tagliata o posseduta. Madre Terra dona a tutti in parti uguali, agli animali, agli umani e ai vegetali: ognuno ha di che mangiare, da bere e da ripararsi.
Le donne dei clan ne prendevano in prestito alcune parti per coltivare e far pascolare gli animali.
Le donne più anziane, le matriarche, custodivano  i beni più importanti perchè erano loro le Madri e quindi le responsabili della vita, della protezione e del sostentamento del proprio clan: le case dei clan o le tende delle tribù nomadi erano loro, a loro veniva consegnato il raccolto dei campi e il latte delle pecore.
Il loro ruolo era fondamentale e importantissimo per  la vita, l’equilibrio e la serenità di tutti, la vita di una donna non finiva con l’età fertile,come adesso che una donna anziana, nella società maschilista, viene considerata un niente, magari solo un peso perchè non è più attraente come prima nè può più generare figli.
Nella società matriarcale acquisiva ancora più importanza.
Al posto dello scambio si usava l’economia del dono, cioè non si guardava il valore economico di una determinata merce, ma si soddisfava un bisogno personale di chi riceveva il dono.
Il dono ha così molto più valore di uno scambio economico, perchè il sentimento ha sempre avuto più importanza, per noi donne, del puro materialismo.
Inoltre il dono aumenta e intensifica le relazioni sociali perchè va ricambiato in base alle possibilità di chi lo offre ( ma, come scritto sopra, è il sentimento, la soddisfazione e la felicità dell’altro che conta).
E’ il dare senza pretesa di qualcosa in cambio, il donare per il semplice motivo di aiutare e rendere felice un’altra persona.
Come farebbe una vera Madre, che dona ai propri figli semplicemente per amore.
Un clan generoso che ha fatto molti doni guadagna soprattutto in onore e ammirazione: onore e ammirazione significano altruismo, rafforzamento dei legami tra clan, amicizie sincere, aiuto in caso di bisogno.
La ricchezza veniva distribuita tra tutti: se un clan aveva raccolti più abbondanti li distribuiva tra chi aveva avuto meno fortuna.
I clan matriarcali erano molto democratici e funzionavano sui consensi nelle assemblee: si andava avanti a discutere con i rappresentanti finchè non si trovava un accordo che accontentasse tutti.
L’immenso amore per la Natura, la Dea Madre per eccellenza, l’osservazione della vita che crea, dei cicli delle stagioni, il susseguirsi del giorno e della notte, portava ad avere una concezione della morte basata sulla reincarnazione: ognuno si sarebbe reincarnato nel proprio clan, come le piante che muoiono in autunno ma i cui semi rigermogliano in primavera nello stesso posto e uguali a quelli di prima.
Tutto ciò che muore è destinato a rinascere.
Tutto andava per il meglio, in serenità e armonia, dunque, in un mondo Femminile.
Cosa successe poi?
Secondo le ricostruzioni storiche, linguistiche e genetiche, dal il 4.500 a.C. al 3.000 a. C. circa, dei guerrieri provenienti dalle pianure del Volga invasero l’Europa e gran parte dell’Oriente facendosi spazio con la forza e conquistando col sangue e la violenza.
Avevano armi di bronzo, si muovevano a cavallo e avevano divinità maschili e violente.
Diversi maschi, queli che di maschio avevano ben poco, diciamo gli sfigati, che appartenevano ai clan matriarcali, tradirono le donne e il loro popolo e si unirono agli invasori.
Le guerre divennero fonte di conquiste economiche e materiali, terre, ricchezze, e donne predate, e quindi gli uomini alzarono la cresta facendo valere la propria forza fisica sia in battaglia che nei clan.
Cominciarono a pretendere che le mogli andassero a vivere nei villaggi dei mariti e non più in quello delle madri e che i beni familiari e dei clan di trasmettesseo esclusivamente per via maschile. Inoltre per essere sicuri che le terre ereditate e quelle conquistate passassero ai loro discendenti di sangue, cominciarono a pretendere la sicurezza della propria paternità e con questa patetica scusa iniziarono a sottomettere e segregare le donne.
Alla Dea Madre, colei che generava e nutriva i figli con la sua linfa vitale, si sostituì il dio maschile della guerra, della violenza, della conquista, della schiavitù e del materialismo, mettendo fine, provvisoriamente, alla società matriarcale.
Le società matriarcali più conosciute oggi sono soprattutto quelle degli Indios e degli Indiani Cuna, nei pressi di Panama, gli Indiani Irochesi, in Canada, alcuni Nativi Americani, i Trobriandesi, in Nuova Guinea, i Mosuo nello Yunnan cinese, Bemba e Lapula nelle foreste africane, i Minangkabau di Sumatra, Indonesia
Oltre alle famiglie che appartengono alla mia Religione, poche ma buone, da sempre nel mirino delle religioni maschili e maschiliste. Sia io che i miei figli, ad esempio, abbiamo il doppio cognome e conserviamo sempre quello materno ( alla faccia di qualcuno….).
Noi donne abbiamo subito invasioni, inquisizioni, roghi, sottomissioni, schiavitù; siamo state tenute per secoli nell’ignoranza per paura che rialzassimo la testa grazie alla cultura e alla consapevolezza,relegate al ruolo di fattrici senza importanza per generare discendeza ai maschi. Ci è stato negato di tutto e di più! E ad alcune viene tuttora negato!
Il mondo sta morendo per colpa dell’ingordigia del sub maschio, delle sue brame di conquista e di dominio sugli altri.
Nelle società matriarcali nessuno comandava: le donne erano guide, non comandanti.
La Terra era Madre, gli animali erano fratelli, i vegetali anche, in perfetto equilibrio.
Col patriarcato l’uomo è arrivato a identificarsi col suo dio, a credere di avere diritto sulla Terra e di essere superiore agli altri animali e perfino alle donne che li hanno messi al mondo e alle quali devono la vita!
Questo sta portando alla distruzione del pianeta e all’estinzione degli animali, oltre che a stupide guerre fratricide.
Tocca a noi donne farci valere, unirci e riprenderci il nostro posto!
Prima che sia troppo tardi.

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Inoltre, il matrimonio di un elemento del clan A con uno del clan B non è isolato, ma è parte di una serie di unioni. Così come fra il clan B e il C. Alla fine i clan sono composti quasi soltanto da parenti. Così ogni persona ha una parte dei suoi geni nei conoscenti dei clan e tutto l’interesse ad aiutarli.

 

 

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11 pensieri su “La meravigliosa civiltà delle Donne

  1. Sai che non ci avevo mai pensato a questo tipo di società matriarcale sinceramente mi piace 😘

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  2. Bellissimo e interessante post

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  3. Giuliana

    fosse cosi’, il mondo sarebbe tutto un paradiso terrestre 😃

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  4. Credo che prima o poi, magari tra qualche secolo, torneremo a questo enere di società, non prima (purtroppo) di aver sperimentato il totale fallimento di quella attuale, dal punto di vista sociale, politico ed economico.

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  5. Penso che fosse una civiltà più umana, comprensiva ed equa ma dubito che si possa tornare ad uno stile di vita così. Soprattutto perché, nel presente, la sete di potere non è più solo una prerogativa maschile. Sono troppo pessimista?

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