Archivi del mese: settembre 2015

Il monaco morto che vive

Daši-Doržo Itighelov, nato in Buriazia  nel 1852, è stato un monaco buddhista
della tradizione Buryata ( Bancho Lama).
I Buriati sono una popolazione della Siberia di origine mongola,spesso costituita
da pastori nomadi.Dopo l’annessione della Buriazia alla Russia questa cultura
ha subito le influenze del buddhismo tibetano, soprattutto quelli dell’est.
All’età di 16 anni  Daši-Doržo Itighelov comincia i suoi studi religiosi presso l’università buddhista Datsan Anninsky e consegue una laurea in medicina e filosofia.
Essendo già meravigliosamente intelligente scrive un’enciclopedia farmacologica
costituita da farmaci naturali a base di erbe e fiori.
Nel 1911 viene nominato 12° Pandido Khambo Lama, leader sprituale dei buddhisti russi.
Diventa così una figura di alto  rilievo nella spiritualità russa e cotruisce, a San Pietroburgo,
grazie anche alle donazioni del XIII Dalai Lama, quello che diventerà il
primo tempio buddhista della storia in  Europa: il Gunzechoyney Datsan, il Tempio della Compassione. Viene perfino decorato dallo zar Nicola II con l’Ordine di S. Stanislao ( ordine dinastico che si conferise ai discendenti degli zar peraltro sottratto dai Romanov alla Confederazione Polacco Lituana).
Durante la prima guerra mondiale fonda la società dei Fratelli Buriati e con essa
porta un grandissimo aiuto e sostegno all’esercito russo fornendo medicine, viveri e
indumenti, e, soprattutto, fondando ospedali per curare i soldati feriti.
Per questo viene decorato con l’Ordine di S. Anna, un ordine cavalleresco
dell’impero russo il cui motto era: “A quanti amano la giustizia, la pietà e la fedeltà” (“Amantibus Justitiam, Pietatem, Fidem” ).
Nella sua vita compie altre opere misericordiose, come fanno sempre in silenzio,
a differenza di altri religiosi, i monaci buddhisti di tutto il mondo, senza le telecamere
e i media addosso, ma adesso è diventato famoso soprattutto per questo fatto:
arrivato all’età di 75 anni sente che la Morte lo viene a reclamare.
Chiede allora agli altri lama di pregare meditare per lui, di predisporre riti funebri
e redige un testamento in cui chiede di essere sepolto nella posizione del loto.
Ma i monaci rifiutano perchè non è ancora morto.
Allora Lama Itighelov si ritira a meditare da solo.
Dopo un po’ altri monaci si uniscono a lui.
Un giorno, mentre medita assorto nella posizione del loto, smette di respirare.
E’ l’anno 1927.
Seguendo le sue volontà i monaci lo mettono in una cassa di legno di pino
in quella posizione e lo seppelliscono in un cimitero riservato ai lama, un bumkhan.
Sempre secondo le sue volontà il suo corpo viene riesumato molti anni dopo,
praticamente intatto.
Grande è la sorpresa dei monaci che lo esaminano e notano che il corpo non
ha nessun segno di deterioramento fisico, come se non avesse mai smesso
di meditare.
Lo riseppelliscono aggiungendo del sale nella bara ed evitano di divulgare
la notizia alla Russia comunista atea.
Tutto tace e rimane sepolto con il lama fino a quando l’11 Settembre del 2002
i suoi resti vengono ancora riesumati, stavolta davanti al mondo intero,
trasferiti a Datsan Ivolginsky ed esaminati attentamente da  scienziati e patologi.
Ebbene anche loro confermano che il corpo è perfettamente conservato, come se il 12° Pandido Khambo Lama fosse morto da appena 36 ore e non da 75 anni.
Addirittura i muscoli non presentano irrigidimento,la pelle è morbida e ancora tiepida, i capelli continuano a crescere, la sua temperatura corporea è di 35, 3 gradi ( la mia è di 35,6!).
Qualcuno afferma che dal corpo sgorghi ancora sangue se viene ferito!
Le teorie su questo miracolo si sprecano: c’è di dice che è stato il sale nella bara,
chi il bromo presente in maniera anomala nella muscolatura del lama.
C’è chi lo crede ancora vivo, immerso nel Nirvana.
Dal 2005, ogni sette anni, il suo corpo viene esposto all’aperto senza nessuna
protezione affinchè la gente possa toccarlo, parlargli  e stringergli le mani come se
fosse ancora vivo.
Nel 2003 è stato costruito un tempio in suo onore:  Itigel Khambyn Ordon, in Siberia.
Il Lama riposa in una teca di vetro con indosso una sciarpa intorno al collo
e vesti color giallo zafferano. Attorno a lui  alte colonne scolpite con draghi e
demoni e statue di Buddha vegliano sul suo lungo sonno.
Perfino il freddo Putin durante la sua visita è voluto rimanere da solo con il 12° Khambo Lama, forse per sussurrargli qualche parola o chiedergli consiglio.
Oggi, 88 anni dopo, Lama Daši-Doržo Itighelov continua a meditare sereno nella posizione del loto aspettando, forse, il momento giusto per risvegliarsi.

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Fu il Vento

Fu il Vento a dar loro la vita.
E’ il Vento che esce dalla nostre bocche a darci la vita.
Quando cesserà di soffiare moriremo.
Le tracce del Vento sono impresse nella pelle,
sulla punta delle dita;
esse ci mostrano dove soffiava il Vento 
quando furono creati i nostri Antenati.

Canto Navajo

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La Donna è sacra

La donna é sacra.

Noi rispettiamo le madri,

le sorelle, le mogli, le figlie, le nipoti.

Sono le donne che ci danno la vita,

che ci nutrono e che ci insegnano

a camminare e a parlare.

Gli uomini sono i loro occhi,

le loro orecchie, la loro bocca.


Birgil Kills Straight – Lakota

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Animali totem

Ogni civiltà ha le sue tradizioni e i suoi culti.
Causalmente le due a cui sono più legata, quella dei Nativi Americani e quella Norrena, hanno parecchie tradizioni simili.
Una di queste è il rapporto fraterno con i gli animali che in entrambe diventano
guide che ci accompagnano e guidano verso il nostro destino.
Per la cultura mitologica Norrena esistono Fylgja, cioè qualcuno che ti accompagna ( singolare di Fylgjur perchè possono essere più di uno).
Un Fylgja è una creatura soprannaturale che compare alle persone sotto forma di animale per accompagnarla e guidarla nel suo cammino.
Viene al mondo quando nasciamo e scompare con noi quando moriamo per seguirci anche nell’aldilà.
A volte prendono la forma di una donna e in quel caso sono spiriti guardiani che proteggono la famiglia o la singola persona, e accompagnano verso cammini sicuri.

Per i Nativi Americani esistono gli Animali Totem, oppure Spiriti guida di forma umana , maschili o femminili, vecchi o giovani, che compaiono ai più fortunati durante una visione per rivelare avvenimenti futuri, cerimonie da svolgere o per accompagnarli e guidarli nel loro cammino spirituale.
Per avere una visione i giovani Nativi Americani si recavano in un luogo isolato lontano dall’accampamento, digiunavano e pregavano per quattro giorni e quattro notti, senza mai dormire.
Se erano fortunati la visione arrivava, altrimenti non restava altro da fare che ritornare all’accampamento , tristi e sconsolati, e chiedere l’aiuto di un Wicasa Wakan.
Il grandissimo Tashunka Witko ebbe la visione di un Indiano tutto bianco, invincibile dai nemici ma che veniva tirato giù da cavallo dalla propria gente. Aveva visto il suo destino e la sua morte.
Ma quali sono gli Animali Guida e cosa rappresentano?
Ogni animale della Terra, dell’Acqua e del Cielo può essere un Animale Guida, quindi ne citerò solo alcuni.

Ad esempio si può vedere un Cane.
Il Cane rappresenta il custode dei luoghi sacri e dell’animo umano.
Egli rappresenta la conoscenza, la comprensione,l’integrità, lo spirito di sacrificio e
la fedeltà.
Tutti doni che si possono ricevere se si ha la fortuna di vederlo arrivarci
incontro in una visione.

L’ Aquila è invece la  maggiore rappresentante della forza divina, il Grande Spirito.
E’ colei che sta al di sopra di tutto,Wamblee Galeska, l’Uccello del Tuono, che sovrasta tutto ciò che è materiale e ne rimane spiritualmente distaccata.
Ha il dono della veggenza e della fiducia nelle leggi dell’esistenza, nell’equilibrio tra bene e male, di riconoscere la verità.
Dona coraggio ai guerrieri, capacità di guarire agli sciamani.

Oppure si può incontrare il Lupo.
Il Lupo è il maestro che si allontana dal branco per ricercare la propria interiorità
e poi vi fa ritorno per portare la conoscenza spirituale alla sua gente.
Ama in modo incondizionato la sua famiglia senza mai rinunciare alla propria libertà,
rimane unito e fedele alla stessa compagna/o per tutta la vita.
Chi vede il Lupo avrà il dono della conoscenza spirituale, la capacità di portare la conoscenza agli altri, di donarsi completamente alla sua famiglia.

Chi vedrà arrivarsi incontro un Serpente avrà davanti il simbolo dell’infinito, della Ruota Sacra.
Il Serpente è direttamente collegato al Grande Spirito e alla Madre Terra su cui striscia il suo corpo. Chi avrà come guida sarà dotato di immensa energia, capace di resistere ai veleni della vita, capace di strisciare con il corpo ma di elevare lo spirito, di mutare sè stesso come fa il Serpente con la sua pelle, per accedere a vie spirituali superirori.
Di solito compare agli sciamani.

 Chi vede volarsi incontro un Falco avrà davanti il messaggero della volontà divina e avrà la capacità di sapersi aprire alla volontà del Grande Spirito come le sue ali e di saper osservare dall’alto e in modo distaccato prima di agire e colpire.

 Può anche capitare di vedervi galoppare incontro un Cavallo ( a me capita sempre, anche quando non ho visioni).
Il Cavallo rappresenta la libertà e la gioia di vivere, la forza ancestrale della Terra, la potenza della vita e delle emozioni. Ma anche un tramite con l’aldilà perchè il rumore dei suoi zoccoli veniva ripetuto dai tamburi sacri degli sciamani e li accompagnava nel vagare in alrti mondi alla ricerca di rivelazioni per il proprio Popolo.
Ma il Cavallo sa anche essere saggio, provare grande amore, amicizia e comprensione.

Il Bisonte, invece, rappresentava tutto per i Nativi Americani, sia in senso materiale, per la sopravvivenza, sia per la vita spirituale: è stata una Donna Bisonte Bianco a portare al Popolo  l’involto con la Sacra Pipa e a insegnare loro come comunicare tramite essa con il Grande Spirito, le cerimonie e le preghiere.

La mite Tartaruga rappresenta il potere di Madre Terra che ci insegna a prendere le cose con calma, riflettendo, senza mai agire d’impulso.
La calma della Tartaruga insegna a seguire il flusso della vita, senza opporsi a esso con inutili battaglie, a pensare prima di agire e parlare.
E’ un animale tra i più saggi.

Attenti a non schiacciare le formiche!
La Formica come totem riunisce tante qualità insieme: lo spirito di sacrificio per il suo Popolo, l’enorme energia e forza di volontà, l’essere generosa, paziente e lavoratrice, ma anche una grande guerriera capace di difendersi in caso si attacco.
Simboleggia la fiducia nelle proprie forze, l’amore e lo spirito di sacrificio per il proprio Popolo, la fatica premiata.

Il grande e potente Orso è il simbolo della forza primordiale della Natura, ma anche la capacità introspettiva della ricerca, come quando cerca una grotta per la sua famiglia per il letargo dove avere un lungo periodo di riflessione interiore.

Il piccolo Scoiattolo rappresenta la vivacità e la dinamicità della vita e del pensiero, ma anche il saper guardare avanti e preoccuparsi del futuro come il mettere via le provviste per i mesi freddi.  Ha anche un grande spirito di adattamento perchè la sua mente sveglia gli permette di agire con rapidità agli imprevisti e di adattarsi velocemente ai cambiamenti.

La Volpe rappresenta l’astuzia per eccellenza, l’agilità e la capacità di nascondersi ai nemici.
Il suo pensiero è veloce e dinamico e riesce quasi sempre ad ottenere quello che vuole.

 La Civetta rappresenta di notte quello che l’Aquila è di giorno: un essere magico capace di vedere oltre l’oscurità, con il dono della preveggenza e della saggezza, del saper vedere oltre la cortina delle tenebre. Aiuta a riconoscere la verità, ascoltare ciò che gli altri non odono, interpretare i segni del detino.

Il Topo è un animale vispo,perfezionista, estremamente intelligente.
Molto prudente, organizzato e molto preciso e ordinato nelle sue cose.
Ognuno di noi dovrebbe averlo come guida! Io sicuro, disordinata come sono.

Come ho detto questi sono solo alcuni degli Animali Totem. Ne avete trovato qualcuno che vi rappresenta? Ne avete visto qualcuno in sogno o vi è apparso in una visione?
I miei due Animali Totem sono presenti: indovinate quali sono!

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Verità nascoste

Come tutti sappiamo i veri Americani non hanno la pelle nè bianca,
nè nera, nè gialla: i veri Americani hanno la pelle che varia dal color
mattone e/o olivastro ai toni un po’ più scuri o più chiari di quei colori,
secondo che siano del nord,del centro o del sud America.
Parecchi studiosi ritenevano che i Nativi Americani discendessero dai Siberiani
giunti in America tra i 26 e i 18 mila anni fa; altri sostenevano invece che
discendessero dagli Europei arrivati via mare durante l’era glaciale.
Adesso il ritrovamento dello scheletro di un’adolescente vissuta 13 mila anni
fa conferma che l’America è da sempre la LORO terra, che i  Nativi Americani sono discendenti dei Primi Uomini che arrivarono nel continente americano durante
l’ultima glaciazione attraversando lo stretto di Bering.
Nessuno c’era mai stato prima di loro!
Questa eccezionale recente scoperta è avvenuta nel 2007 grazie  a un gruppo
di ricerca internazionale coordinato da James Chatters della Società di paleoscienze applicate dello Stato di Washington.
Un gruppo di speleologi subacquei hanno rinvenuto nello Yucatan, in Messico, in una profonda grotta ribatezzata Hoyo Negro (  Buco Nero), uno
scheletro umano perfettamente conservato in mezzo a ben 26 altre specie di
mammiferi tra cui puma, coyote, orsi e perfino una tigre dai denti a sciabola
e un gonfoterio ( antenato estinto dell’elefante).
Tutti insieme, tutti prigionieri eterni di quella grotta sommersa a 40 metri sotto
il livello del mare.
Lo scheletro umano appartiene ad una ragazza di 15/16 anni, alta 149
centimetri e di corporatura gracile. Grazie al sistema di datazione al radiocarbonio
applicato allo smalto dei denti e sui depositi minerali delle ossa gli studiosi
hanno dedotto che lo scheletro risale al tardo periodo paleoamericano
tra 12 e 13 mila anni fa.
E che il cranio ha i lineamenti tipici dei Nativi Americani moderni, che sono leggermente
differenti dagli antichi scheletri ritrovati fino ad ora.
La certezza della corrsipondenza genetica è arrivata, poi, dal test del DNA estratto
dai molari.
Molto probabilmente Naia, così è stata chiamata la ragazza in onore delle divinità
acquee della mitologia Greca ( e qui davvero mi stupisco dei colleghi: che cavolo
centrano i Nativi Americani con i Greci? Un bel niente!), era caduta in quello
che una volta doveva essere un pozzo profondo 40 metri e largo 60,
fratturandosi il bacino.
Impossibilitata nel muoversi è quindi morta di una morte lunga e orribile.
Molti animali avranno fatto la sua stessa fine magari attirati da una facile preda.
O magari nel tentativo di aiutarla.
E si sono ritrovati lì, tutti uniti dallo stesso destino, quello che ha sempre
unito i Nativi Americani ai fratelli Animali: una ragazza Indiana circondata dagli
animali Totem sacri al suo Popolo.
Hanno riposato insieme per migliaia di anni, ricoperti dall’acqua che 10 mila anni fa si è innalzata sopra i loro corpi tenendoli nascosti come qualcosa di sacro e inviolabile.
Ed ora è tornata per svelare al mondo la verità: che i Nativi Americani, o Indiani
d’America, sono gli unici veri discendenti dei Primi Americani e che le differenze
fisiche sono il frutto degli adattamenti evolutivi.
E questo dovrebbe chiarire una volta per tutte chi erano i Primi Americani!
Nonchè gli unici veri Americani.

La prima prova l’avevamo già avuta nel 1996, quando proprio a Washington, dal letto del fiume Columbia, era  emerso il famoso scheletro dell’Uomo di Kennewick: un ominide peristorico alto un metro e settantacinque per 75 chili di peso, fisico forte e robusto, morto attorno ai 40 anni,che condivide gran parte del patrimonio genetico con i Nativi Americani.
Provabilmente era del popolo Nacotchtank e parlava la lingua algonchina.
Ovviamente gli Indiani lo considerano un loro antenato e vorrebbero le sue ossa
per poterle seppellire secondo la loro Sacra Religione.
I soliti scienziati, invece, lo reclamano per i loro studi.
Cosa viene prima? La scienza o la spiritualità?
Vista la contesa, che aveva preso le vie legali,  furbi, ma neanche tanto,
pseudoscienziati avevano cercato di dimostrare che in realtà quello scheletro
avesse caratteristiche anatomiche più simili a quelle europee, poi a quelle degli
Ainu, popolo Giapponese che in nulla assomiglia ai caucasici, poi a quelle del popolo Polinesiano.
Quindi che gli Indiani non rompessero troppo le scatole e la smettessero con le
battaglie legali perchè quello non era un loro “nonno”!
Peccato che dal 2007 a oggi è stato dimostrato, dall’analisi del DNA condotta
dal prof.Eske Willerslev, del Centro di Geogenetica del Museo di Storia Naturale
della Danimarca, presso l’Università di Copenhagen, che il popolo
geneticamente più affine all’Uomo di Kennewick è proprio quello
dei Nativi Americani di Colville ( tra cui spiccano i Nez Perce, i Colville, i Chelan, gli Okanogan, i Wenatchi e altri 6 Popolazioni che hanno proclamato la Confederazione delle Tribù della Riserva di Colville)!
Loro lo hanno sempre saputo senza bisogno degli scienziati….
Adesso lasceranno questo povero corpo ai discendenti affinchè riceva la
giusta rituale sepoltura oppure vorranno ancora studiarlo?
Possibile che perfino le ossa dei loro morti vogliono rubare agli Indiani?
Perfino il ricordo dei loro antenati e dei loro culti?
Che vergogna!

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Forza di volontà

Oggi a scuola abbiamo parlato della forza di volontà.
Troppo spesso vedo in giro, ma per fortuna non nelle mie classi, ragazzi
svogliati come se fossero già stanchi di vivere,annoiati da tutto, sempre alla
ricerca di stimoli che li portano a stordirsi con pericolose droghe e alcol e
orribile musica da discoteca.
Fanno perfino fatica ad alzarsi al mattino!
Ebbene, a tutti questi ragazzi, e adulti, e a tutti quelli che hanno voglia di
leggere e, nel caso dei miei ragazzi, ascoltare, voglio raccontare la storia di chi
ha imparato a vivere davvero e di chi ha incontrato la violenza della stupidità
umana prima ancora di nascere. Perchè magari siano d’esempio e facciano pensare….

La prima storia si svolge in Cina:
Qian Hongyan è una bella e vivave bambina nata nello
Yunnan che all’età di quattro anni vede la propria infanzia mutare per sempre
quando perde entrambe le gambe in un incidente, proprio nell’età in cui si comincia
a godere la gioia di correre e saltare.
I suoi genitori sono poverissimi, coltivano e producono seta per pochi soldi,
e non hanno fondi per pagare delle protesi artificiali.
Così l’adorato nonno ha l’idea di tagliare a metà un pallone da basket per
aiutarla a spostarsi autonomamente, con l’ausilio anche di due “poggiamani”.
E funziona! Da qui il soprannome “Basketball Girl”.
Credete che una cosa del genere scoraggi una bambina come Qian, che la faccia
sentire diversa dagli altri bambini?
Niente affatto!
La sua storia fa il giro del mondo e grazie al successo mediatico che hanno le sue foto la famiglia riesce a trovare i fondi necessari per le gambe artificiali.
Grazie alle donazioni Qian riesce a pagarsi la scuola fino al 2007, ma poi si rende conto che la sua famiglia non può permettersi di finanziare ulteriori studi.
Così la coraggiosa Qian, divenuta ormai una bella ragazza, decide che il suo futuro sarà nello sport, e sceglie il nuoto.
Subito incontra, ovviamente, delle difficoltà ( provate a stare a galla senza le gambe),
ma la sua forza di volontà e il suo immenso cuore fanno di lei una campionessa
paraolimpica, un simbolo per tutti i diversamente abili del mondo:
nel 2009 arriva a vincere una medaglia d’oro e due d’argento al Chinese National Paralympics Swimming Competition.
Purtroppo nel 2011,a ridosso delle qualificazioni per le paraolimpiadi,
un’altra disgrazia colpisce la giovane eroina: l’adorato nonno venne a mancare.
Riesce a vincere solo una dignitosa medaglia di bronzo, che però non le consente di
entrare nel team.
Ma la sua forza le permette di andare ancora avanti e, dopo una pausa per
riprendersi dal dolore, Qian riprende  a nuotare, e a vincere medaglie.
A settembre del 2014, durante i Yunnan Provincial Paralympic Games,
i giochi paralimpici dello Yunnan, Qian ha vinto la finale dei 100 metri a rana e la sua incredibile storia è tornata sotto i riflettori.
E io sono sicura che non si fermerà qui!
E che la storia del suo immenso coraggio e sconfinata forza di volontà sarà
d’ esempio per tutti, comunemente abili e diversamente abili, e anche per la
protagonista dells seconda storia che voglio raccontare, quella di Amal.
La storia di Amal, Speranza dall’ arabo, si svolge in Siria, ad Aleppo, dove è in corso da ormai quattro anni un’orribile guerra, con genocidio e pulizia etnica, che nessuno
sembra voler fermare.
Un giorno come tanti la madre Amira viene colpita e ferita dai frammenti di
un ordigno e i medici hanno dovuto praticarle un cesareo d’urgenza.
La bimba nasce viva, ma ha delle schegge dell’ordigno che ha colpito la mamma
conficcate nella piccola e delicata testa.
Uno shrapnel, un proiettile di artiglieria, che ha osato profanare la sua casa
nel corpo della mamma, che dovrebbe essere il luogo più protetto e sicuro del mondo.
E che invece ha mostrato ad una vita che deve ancora vedere la luce quanto è
stupido e crudele l’uomo.
Che il coraggio di Qian sia d’esempio alla piccola Amal contro la cattiveria e
l’ignoranza umana.
Perchè qualcuno quelle barriere riesce ad abbatterle.
E sono fiera che sia  una femmina!

Qian Hongyan from Yunnan, pictured aged 10, lost her legs in 2000 after a car accident that nearly took her life

qian hongyan

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Il dinosauro che sfidava la notte polare

Nuova scoperta in ambito paleontologico!
Nella fredda Alaska, lungo il fiume Colville, è stato scoperto un dinosauro,
un adrosauro per la precisione, risalente a circa 70 milioni di anni fa,
periodo Cretaceo.
Era un dinosauro erbivoro, simile ad un tirannosauro ma molto più piccolo,
e con il becco d’anatra ( per questo è un adrosauro).Il suo cranio misura
appena 60 cm, contro i 150 di quello del tirannosauro che tutti conosciamo e
poteva arrivare a 9 metri di lunghezza.
Non temeva la neve nè il buio della lunga notte polare.
Battezzato Ugrunaaluk kuukpikensis che in lingua locale significa antico
animale da pascolo, era dotato di centinaia di denti ed era quindo un
eccellente masticatore che passava le sue antiche giornate pascolando
in branco, brucando in compagnia.
In quel tempo in Alaska il clima era più mite ed era quindi persente
una foresta polare che ospitava diverse specie di dinosauri con caratteristiche
diverse da quelli che vivevano più a sud.
Ugrunaaluk è  il dinosauro più completo che sia mai stato trovato in una
regione polare:è stato riscotruito con 6000 ossa rirtovate e appartenenti,
in maggioranza,  a giovani esemplari.
Le ricerche sono state condotte dall’italiano Antonio Fiorillo e da Ronald S.
Tykoski del Perot Museum of Natural History, nel Texas.

 

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Nemici degli italiani

Il Partito democartico si dimostra ogni giorno sempre più nemico degli italiani!
Dopo la porcata del conflitto d’interesse tra il Renzi e la società fallita del padre
( che ha di fatto rubato ben 260 mila euro agli italiani con i suoi “giochetti”),
l’approvazione dello isu soli come serbatoio di voti, i costi dei viaggetti del permier,
il nuovo aereo, la mega scorta con 24 automobili e due moto per…andare alla festa dell’unità…..ecc.ecc.ecc. l’ultima porcata anti italiani del pd arriva dritta dritta
dalla Mogherini. Infatti costei, che mi vergogno a definire donna perchè si dimostra totalmente priva di intelligenza, ha reso noto ieri che la Commissione
Europea, di cui essa è capo della diplomazia ( sigh!) he deciso di facilitare l’export
di 35mila tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia!!!!!
Cioè dall’Africa, alla faccia del nostro paese, della Grecia e dalla Spagna che cercano a fatica di uscire dalla crisi economica sempre causata dall’ingresso in Europa.
L’olio tunisino, infatti, venduto sottocosto e già presente nei nostri supermercati
mescolato a quello europeo, farà concorrenza a quello europeo!
La Mogherini giustifica così quest’ulitma pugnalata all’economia dei paesi mediterranei:
“Periodi eccezionali richiedono misure eccezionali, e questo è un forte segnale della solidarietà dell’Ue nei confronti della Tunisia”.
Rincarano la dose il commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan e dal commissario europeo al Commercio Cecilia Malmstrom, “è il risultato dell’impegno Ue ad aiutare l’economia tunisina a seguito dei recenti terribili eventi e lo scopo è quello di creare posti di lavoro a beneficio della popolazione tunisina”.
E agli europei chi ci pensa??????
I pesi più in difficoltà sono appunto l’Italia, la Grecia e la Spagna!
In Puglia sono stati costretti dalla UE ad abbattere ulivi secolari a causa di una presunta infezione da Xylella fastidiosa!
Per non parlare dell’inutile distruzione di mille ettari di coltivazioni di kiwi nel Lazio, che hanno solo dimostrato quanto gli abbattimenti siano totalmente inutili in caso di certi tipi di batteri.
Qualcuno ha aiutato???
Chi se ne frega della Tunisia?
Considerando  che il nostro generoso, con gli altri, governo italiano aveva
già cancellato i 25 milioni di euro di debito che la Tunisia aveva con l’Italia nel Marzo di quest’anno!!!!
Considerando che la Tunisia era già stata generosamente esonerata
dal pagamento dei dazi di 56.700 tonnellate del suo olio d’oliva!
Considerando le migliaia di tunisini che vivono nel nostro paese, e che in parecchi vi delinquono, che di fatto sono extracomunitari!
L’orrida iniziativa dovrà passare al vaglio dell’Europarlamento e del Consiglio Ue, ma non abbiamo dubbi che passerà…..
Chissà perchè ce l’hanno tanto con i paesi mediterranei?
Forse perchè un tempo eravamo i più ricchi? Quelli col ceto medio più alto?
Quelli che vivono nei posti più belli del mondo?
Perchè grazie alla NOSTRA economia e alle NOSTRE risorse prima di fare l’immensa cazzata di entrare nella UE eravamo paesi completamente autonomi da crucchi vari????
Fatto sta che ci stanno affondando…..si stanno prendendo le nostre terre e le stanno reimpiendo di stranieri per avere schiavi a basso costo sempre sottomessi.
Vogliamo continuare a restare a guardare mentre lo sfacelo si compie o……

“Un genio incompreso è un tragico errore, un idiota incompreso è una tragedia terribile”(Gerhard Uhlenbruck)

“Meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio”.
(Abraham Lincoln)

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Recensione libro stupendo

una-ragazza-come-me

Oggi ho l’onore di recensire un bellissimo e toccante romanzo della mia amica Sara Tricoli, che trovate anche qui http://leggimiscrivimi.wordpress.com, dal titolo Una ragazza come me edizioni Triskell ( come il  simbolo celtico).
Sara, con una scrittura delicata, semplice e chiara, che per questo ti entra immediatamente nel cuore, racconta la storia di una ragazzina di nome Clara: un’adolescente come tante, con un rapporto non proprio idilliaco con la scuola ( viene anche bocciata alle medie) e i genitori, tanto diversi da lei, che tendono a non ascoltarla, a non capire i suoi disegni e il suo estraniarsi dal mondo, a decidere per lei senza consultarla per chiederle cosa vorrebbe veramente. Sia lei che i genitori, soprattutto la madre, vivono un frustrante senso di colpa per questa non comprensione, perchè in fondo essere genitori è la cosa che più ci mette alla prova nella vita, e Sara lo sa bene, ma lo è anche essere figli, con tutti i problemi e gli squilibri che comporta il crescere.Finchè Clara viene spedita, contro la sua volontà, in un collegio estivo dove si trova anche il cugino Moreno, detto Morris ( che nasconde un segreto), con cui nascerà una splendida amicizia,qualche amico, un amore e, soprattutto,  il professore di italiano, storia e geografia Roberto Ronchinelli, che le darà una visione diversa sul fatto che non tutti gli insegnanti sono mediocri e che alcuni capiscono davvero i ragazzi e vogliono aiutarli.
E lui, infatti, sarà colui che l’aiuterà davvero.
Ma soprattutto il romanzo  tocca il tema della diversità.
Clara, infatti, è una ragazzina che soffre di dislessia, un disturbo dell’apprendimento che crea difficoltà di lettura veloce e  comprensione per quello che si legge, e quindi anche nella  scrittura ed esposizione.
Spesso i sintomi non sono capiti e chi ne soffre viene considerato stupido e preso di mira dagli stupidi bulli ( loro lo sono davvero).
Chi è dislessico  si sente inadeguato, incapace, perennemente in imbarazzo a scuola e tra le gente, e soprattutto non si sente capito, e non capisce perchè gli altri riescono a leggere e a scrivere con naturalezza e lui/lei no, e tendono ad auto escludersi dai gruppi di coetanei, come inizialmente fa Clara.
In realtà questa difficoltà è risolvibile se si ha la sensibilità e la capacità d’ascolto e di osservazione del prof. Roberto, e la delicatezza nel renderne consapevole chi ne soffre.
Sarà infatti grazie a questo magnifico professore che  Clara  capirà e realizzerà sè stessa in un finale davvero fantastico che non sto certo qui a rivelarvi.
Vi dico solo che alla fine arriverà ad amare la scuola!
Vi consiglio di cuore di leggere questo romanzo in cui è racchiuso tutto: l’incomprensione, la difficoltà di chi ha un problema poco conosciuto,  la solitudine, l’amore, la compensione, l’amicizia, la consapevolezza.
Complimenti ancora a Sara e grazie per averlo scritto!

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Curiosità sui capelli

In ogni epoca, per ogni umano, i capelli hanno avuto un forte connotato sociale ed estetico.
Basti pensare ai leggendari capelli di Sansone, che ne custodivano la forza, e agli stupendi capelli dei Nativi Americani, super curati, acconciati e decorati.
Anche loro credevano che nei capelli fosse nascosta la forza di un uomo e per questo prendevano lo scalpo come atto d’onore a colore che consideravano valorosi.
Per questo nessuno prese lo scalpo a quella merda di Custer quando finalmente morì da vigliacco nella storica battaglia sul fiume Little Big Horn il 25 Giugno del 1876.
Ma non siamo qui per rivangar gloriosi ricordi, oggi, ma per parlare della cura e della bellezza dei capelli.
Personalmente io curo molto i miei capelli: li lavo solo con prodotti naturali e non testati su animali, uso sempre il balsamo o un olio o una crema perchè, avendoli molto lunghi, lisci  e sottili s’intricano di brutto, e li asciugo con il phon solo vicino alla testa lasciando umide le punte. D’estate li proteggo con un olio apposta che non li secca ed evita che diventino ancora più chiari ( d’estate ho i capelli chiarissimi e praticamente mi spariscono le sopracciglia. Che fastidio!).
Non li ho mai tinti nè fatto permanenti o altre cose. Li porto così come li vedete nella foto: lisci e con la riga o in mezzo o da una parte, dipende come vengono fuori. E me li taglio da sola.
A volte li lego con trecce varie, codine, o una sola grande coda, bassa o alta.
La mia amica Laura, la Dama con il cappello, in un suo post mi ha ispirato una pettinatura bellissima con tante treccione!
Ma basta parlare di me.
Anticamente le donne acconciavano i capelli nei modi più svariati, spesso facendo uso di intricate e pesanti parrucche, spesso anti igieniche, così come oggi in molte si appiccicano le extension.
Gli uomini, invece, finito l’odios stile parruccoso del ‘700,  portavano i capelli più o meno lunghi, con barba, orridi baffoni, e basette, oppure una barbetta alla Lincoln, con l’uso di vari tipi di cere e oli per fissare il tutto.
A fine ‘800 via le chiome e il viso peloso!
Le donne inglesi dell’ 800 ispiravano le loro acconciature a quelle dell’antica Grecia, quindi con capelli raccolti  e riccioli ricadenti sulla fronte e sopra le orecchie, il tutto decorato con nastri, gioielli o diademi, per poi passare, intorno al 1820, ai capelli divisi al centro e passanti sopra le orecchie.
Per venire incontro all’esigenza di avere boccoli ricadenti ovunque il francese Marcel Grateau, nel 1872, brevetta il “ferro arricciacapelli” : una pinzetta a forma di tubo, con una parte concava e una convessa che erano riscaldate e manteneva i capelli mossi.
Un famoso olio per la cura dei capelli era quello che io, e tanti altri, uso ancora oggi: l’Olio di Macassar: una miscela di oli di cocco, palma e fiore di ylang ylang.

Ma il primo vero salone di bellezza si deve alla canadese Martha Matilda Harper (1857-1950).
Trasferitasi a New York nel 1882 crea una lozione per capelli a base di prodotti naturali che, al contrario di tante altre, non danneggia la chioma ma anzi la protegge.
I suoi lunghissimi e splendidi capelli scuri, che arrivavano a toccare terra, diventano un’ottima pubblicità e il tonico per capelli un successo.
Essendo femmina, e quindi molto intelligente, e avendo studiato anche le buone maniere con insegnanti privati, grazie ai suoi primi guadagni apre il suo primo salone di bellezza che ha come lo slogan  “La salute è bellezza”, introducendo così il concetto che la bellezza non è solo una vanità, ma anche sintomo di armonia interiore e salute.
Sua la creazione dello  “shampoo reclining chair”, cioè il lavare i capelli su una comoda poltrona reclinabile.
Ma il suo genio non si ferma qui: a tutte le donne che vogliono imitare il suo successo propone un contratto di franchising in apposite scuole di Barbieri, chiamato “Harper’s Method”, con tanto di corsi per la formazione del personale e clausola che imponeva l’esclusivo acquisto e utilizzo dei suoi prodotti.
A fine ‘800 sono all’incirca 200 i saloni aperti negli Stati Uniti, e nei primi del ‘900 sono oltre 500 gli affiliati in Scozia e Germania.
Sulla sua scia nel 1890, nel suo salone di bellezza di Parigi, Alexandre Godefroy s’inventa il primo casco asciugacapelli: un cofano di metallo collegato alla canna fumaria di una stufa a gas che soffiava aria calda sui capelli ( diciamolo pure seccandoli di brutto e spesso scottando la cute!).
Si deve invece ai fratelli tedeschi Kampfer, a fine ‘800, il primo rasoio di sicurezza che sostiuì quelli costosi in acciaio che dovevano anche venire affilati, e a King Camp Gilette, una decina di anni dopo, i famosi rasoi più sottili e leggeri con lamette intercambiabili in acciaio ed un prezzo più abbordabile.
Praticamente quelli che noi tutti conosciamo anche oggi.

 

Personalmente gli uomini mi piacciono solo così

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