Archivi del mese: luglio 2017

Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane

Non esiste un Cielo senza gli animali. E chi li abbandona non li ama e chi non li ama non ha l’anima. Quindi che bruci all’inferno!

Benvenuti nel rifugio di Claudio

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Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.
Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all’istante.
Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione…
Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d’oro, al centro della quale s’innalzava una fontana da cui sgorgava dell’acqua cristallina.

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Il viandante si rivolse all’uomo che sorvegliava l’entrata.
“Buongiorno”
“Buongiorno” rispose il guardiano.
“Che luogo è mai questo, tanto bello? “
“È il cielo”
“Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! “
“Puoi entrare e bere a volontà”.

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Ciao Charlie

“Il nostro splendido bambino se n’è andato. Siamo così orgogliosi di te”.

Queste le strazianti parole di Connie Yates, la mamma del piccolo Charlie Gard che con il marito Chris ha combattuto fino alla fine per poter salvare la vita del suo bambino.

Il piccolo Charlie Gard è morto.
O, per essere più precisi, è stato ucciso nel momento in cui i medici e il giudice hanno deciso di staccare la spina che gli consentiva di respirare e di nutrirsi. Senza il ventilatore per respirare il piccolo Charlie è morto per soffocamento.
Non hanno neanche aspettato che compisse un anno, il 4 Agosto.
E non è nemmeno potuto morire nella sua culla, a casa sua, come supplicato in un ultimo disperato desiderio dai genitori, per poter vivere qualche momento di intimità con il loro bambino come tutte le altre famiglie: non gli è stato concesso nemmeno questo. E’ stato ucciso in un hospice per malati terminali pochi minuti dopo il suo arrivo.
Come non gli è stato concesso, fino a quando non è stato troppo tardi davvero, di poter volare in America per sottoporsi ad una cura sperimentale. Il presidente Trump lo avrebbe ospitato volentieri.
Quando il professor Michio Hirano, luminare di neurologia alla Columbia University di New York, lo aveva visitato  insieme al professor Enrico Silvio Bertini del Bambino Gesù, dopo l’onda mediatica suscitata, ha dichiarato che ormai era troppo tardi.
Lo avevano fatto aspettare per troppo tempo e la malattia era inesorabilmente degenerata! Così, il 24 Luglio, anche i suoi genitori si sono arresi.
Ma perchè l’ospedale londinese, il Great Ormond Street Hospital, non gli ha concesso subito il trasferimento in America? I genitori avevano anche raccolto i soldi per pagarsi tutte le spese. Paura della figuraccia da parte dei medici inglesi nel caso in cui la cura americana avesse in qualche modo migliorato le condizioni di Charlie?
L’orgoglio viene prima della vita di un bambino?
Oppure c’è dell’altro?
Da questa triste storia quello che emerge è che non tutti hanno diritto alla vita, secondo qualcuno.
Ad esempio chi non è perfettamente sano e quidi non potrà lavorare e produrre in futuro per arricchire i soliti ignoti ( che sono ben noti).
Staccando il respiratore al piccolo Charlie si è violato l’intoccabile diritto alla vita.
Un giudice e un ospedale hanno deciso per la vita di un’ altra persona decretandone la morte contro la volontà dei suoi genitori.
Perchè Charlie non sarebbe mai stato un bambino sano, normale, un futuro adulto produttivo e consumatore, e per questa società di merda consumistica se non fai girare i soldi non hai diritto alla vita.
Ma chi dà il diritto a degli estranei di decidere sulla vita degli altri?
Io sono favorevole all’eutanasia sulle persone adulte che la richiedono perchè non hanno più speranze di vita e  soffrono solamente: ognuno è libero di decidere della propria vita, e quando non si resite più perchè stremati nell’anima e nel corpo da una malattia trovo atroce e crudele l’accanimento terapeutico.
Ma è una persona adulta e consapevole a decidere. O sono i suoi cari ad eseguire le sue volontà.
Ma un neonato? Chi può decidere il meglio per lui se non chi lo ha messo al mondo?
Sicuramente non un giudice! E nemmeno un medico.
Mi ha stupito molto l’assordante silenzio della chiesa e del papa, di solito sempre pronti a intervenire anche in faccende che non li riguardano: loro, sempre paladini della vita a tutti i costi, si sono limitati a qualche messaggio sui social!
E anche banale, come quello del papa da tastiera :«Affido il piccolo Charlie al Padreterno, prego per i suoi genitori e per tutti coloro che l’hanno amato»
Così, come se fosse morto di morte naturale.
Eppure quando annega un bambino immigrato, portato a rischiare la vita dai genitori, ne ha sempre da dire a da accusare!
Si vede che la vita di un bambino gravemente malato per lui non ha lo stesso valore: non avrebbe potuto convertirlo alla sua fede, non si sarebbe sottomessso al suo credo….
Forse penso male io, ma tuta questa vicenda mi ha lasciato una grandissima desolazione! E la consapevolezza che in questo mondo il valore e la sacralità della vita valgono solo se convengono a qualcuno.
Sono cinica?
Eppure…..
In una società che ha reso legale l’aborto, cioè lo stroncare della vita sul nascere, e la chiama conquista per le donne!
Ma quale conquista??? La morte non è mai una conquista, per nessuno.
E un feto non è una cosa inanimata da poter rimuovere come una cisti.
E non appartiene alla donna, perchè se è vero che “il corpo è mio e me lo gestisco io” è altrettanto vero che la vita di un altro non ti appartiene. Anche se si sviluppa e cresce dentro di te.
Se fai sesso consapevole e consenziente hai anche la maturità per usare metodi contraccettivi!!!!
Posso capirlo solo in caso di rischio per la propria vita, malattie gravissime o stupro.
Altrimenti proprio no: è omicidio volontario!
Charlie sarebbe stato un bambino diversamente abile. Questo non gli avrebbe certo  impedito di essere felice! Chi può dirlo? Sicuramente sarebbe stato malato e bisognoso di cure, ma anche altrettanto amato.
Ma vedo sempre di più che i diversamente abili in questo mondo vengono sempre più abbandonati a loro stessi.
Un esempio su tutti: la giunta Raggi, a Roma, ha dato l’ingiunzione di sfratto all’associazione Hagape2000, in cui si riuniscono da oltre 20 anni 50 ragazzi diversamente abili per trovare supporto e aiuto. Il motivo? L’assegnazione di quello spazio è avvenuta in modi diretto senza bandi pubblici.
Esattamente come il nuovo centro d’accoglienza per immigrati che nascerebbe nello storico Istituto Pubblico di Assistenza e Previdenza San Michele, sito in piazzale Luigi Tosti, in zona Tor Marancia, gestito dall coop rossa Il cigno.
Ma su quello non si discute: si farà e resterà.
I diversamente abili, che sono italiani, no.
Perchè????
Come sempre è insorta solamente la Destra in difesa dei cittadini italiani.
La sinistra, tutta, tace: interviene solo per gli stranieri e per i fascisti.
Siamo a questo punto: gli immigrati portano soldi a chi ci specula. I diversamente abili no. O almeno non più o comunque meno.
Eppure avrebbero più bisogno dei baldi giovanotti con la pelle scura che arrivano qui a farsi mantenere! E anche più diritto, essendo italiani.
Evidentemente per qualcuno non è così.
Quante barriere architettoniche vedete in giro? Quante strutture inaccessibili per i diversamente abili ci sono? Se ci fate caso vi verranno i brividi come a me!
Come mi erano venuti quando ancora facevo la guida in un museo di Parma: il direttore non voleva far entrare una ragazza ipovedente perchè accompagnata dal suo inseparabile cane guida! ” Tanto cosa ci viene a fare, visto che non ci vede?” Rispose alle mie rimostranze.
Allora gli dimostrai che un ipovedente non vede con gli occhi ma in altri modi.
La ragazza, tramite le sue dita, ebbe modo di vedere e di apprezzare tutte le statue e le sculture presenti. E il suo cane diede un grande esempio di civiltà ed educazione alle schimazzanti classi di studenti presenti.
Alla fine il direttore si scusò con lei, perchè in molti ci arrivano se li metti davanti all’evidenza. Altri no. E preferiscono trattare i diversamente abili come persone di serie b. E non dare loro nemmeno il diritto di crescre.
Ciao Charlie, sicuramente sarai in posto migliore di questo a vegliare sui tuoi genitori che sempre ti ameranno e non ti dimenticheranno mai.

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Le solite zecche rosse

Per la serie la democrazia secondo le zecche rosse comuniste….
ATTENZIONE! Questi sono soltanto alcuni degli innumerevoli atti di dittatura vomitevolmente comunista che questo governo abusivo e schifoso cerca di imporci!

Saluto romano al Campo 10, Boldrini: “Un affronto”. La Prefettura: “Saranno denunciati”

“Le manifestazioni fasciste in Italia non possono essere consentite: né il 25 aprile, né in qualsiasi altro giorno dell’anno”.

Così ha chiocciato l’ex ragazza coccodè, tale Laura Boldrini, ora diventata presidenta della Camera, che come al solito non ha capito un cavolo!
Manifestazione fascista un tributo, un omaggio alle vittime di Salò? Eroi che sono morti per la Patria e per ideali che costei non capirà mai perchè non ci arriva proprio!
Una che però ben tollera i saluti a pugno chiuso dei suoi protetti komunistelli decerebrati e delinquenti, ignorando l’oltre miliardo di vittime che il comunismo ha causato e che continua a causare in tutto il mondo!
Quindi, costei e il suo crogiuolo di kompagni con il portafoglio pieno ritengono di dover denunicare i centinaia di militanti di Casa Pound e Lealtà Azione per aver commemorato con un innocuo saluto romano i caduti di Salò al Campo 10 del cimitero Maggiore di Milano, ma…..

 

 

I no global “fanno festa” al parco delle Cave

Ovviamente non autorizzata, ovviamente violando leggi, ovviamente devastando, sporcando, disturbando il vicinato con musica ad alto volume, consumando alcol e droga, imbrattando i muri con scritte pro immigrati….
Il tutto per festeggiare non un eroe di guerra ma un teppistello come loro, tale Carlo Giuliani, giustiziato per legittima difesa da un carabiniere durante il G8 perchè aveva cercato di ucciderlo brandendo un grosso estintore pronto a tirarglielo contro ( il giovane carabiniere, ricordiamolo bene, era braccato dai soliti no global dentro una camionetta dei carabinieri data alle fiamme, completamente solo).
«Per il terzo anno di fila il Parco delle Cave, un’oasi naturalistica della periferia ovest di Milano, è stato nuovamente preso d’assalto dai centri sociali Soy Mendel e Collettivo Zam, con una manifestazione in onore di Carlo Giuliani, eroe della guerriglia urbana di sinistra»
Nessuna denuncia per i kompagnucci, e i danni li pagheranno i milanesi!
Ma…..

“Placanica doveva prendere bene la mira. Giuliani non mi mancherai”. Sospeso
consigliere Pd

Un consiglere comunale del pd di Ancona, Diego Urbisaglia, osa scrivere sugli scontri del G8 di Genova che lui avrebbe agito esattamente come il carabiniere Placanica, quello che ha rischiato la vita nella camionetta, e che un tappista come Carlo Giuliani non gli mancherà.
Polemiche a non finire e sospensione dal partito!
Sia mai!
Questo il suo scritto:

“Estate 2001. Ho portato le pizze tutta l’estate per aiutare i miei a pagarmi l’università e per una vacanza che avrei fatto a settembre. Guardavo quelle immagini e dentro di me tra Carlo Giuliani con un estintore in mano e un mio coetaneo in servizio di leva parteggiavo per quest’ultimo.Oggi nel 2017 che sono padre, se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì sono cattivo e senza cuore, ma lì c’era in ballo o la vita di uno o la vita dell’altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani”.

Direi che solo un delinquente potrebbe pensarla diversamente!
Vorrei vedere quale trinariciuto braccato non sparerebbe se potesse!
A Carlo Giuliani,ricordo,è dedicata un’aula in senato, oviamente di rifondazione comunista,cioè ad un teppista che voleva uccidere un carabiniere,uno con problemi di droga, spaccio e iscritto a rifondazione comunista.
Eppure i suoi genitori,invece di vergognarsi per aver messo al mondo un delinquente,
si permettono di dire:
“Ho ben altro a cui pensare. Queste cose sono da ignorare. Certe frasi non meritano risposta. Non commento queste affermazioni”. ( Giuliano Giuliani)
“Quel signore può vergognarsi!”. ( Heidi Giuliani)

La zia materna di carlo Giuliani,Maria Elena Angeloni,morì nel tentativo di piazzare una bomba davanti all’ambasciata americana di Atene. Per fortuna la bomba le esplose addosso e anzichè migliaia di poveri innocenti uccise solo quella che voleva diventarne l’assassina.
Costei faceva parte del mondo marcio che poi produsse le Brigate Rosse…..
Nonostante tutto furono parecchi i sinistrosi italiani del partito comunista che parteciparono al suo funerale!

 

 

Poliziotto “insulta” la Boldrini, sospeso dal servizio

Un agente della Polstrada in servizio con un collega nota un immigrato che pedala in bicicletta sulla cosria d’emergenza dell’autostrada Torino Bardonecchia, sempre perchè questi qui vengono nel nostro paese senza nemmeno degnarsi di imparare le regole basilari.
Giustamente indignato filma tutto e pubblica un post su facebook su cui scrive:

«Risorse della Boldrini ecco come finirà l’Italia: tutti su una Graziella in autostrada a comandare.Voi che amate la Boldrini, voi che avete voluto questa gente di m… in Italia. Goditi questo panorama, ecco le risorse della Boldrini: un tipo che pedala sulla Graziella pensando che sia una strada normale, con le cuffiette in testa».
Il video era stato inviato ad una chat privata, ma è stato ripreso su diversi profili Facebook diventando virale.
Il poliziotto è stato sospeso per gli isulti alla Boldrini ( quali???) e per contenuti razzisti, cioè per aver chiamato gente di merda tutti i clandestini che vengono a farsi mantenere qui e che poi delinquono fregandosene delle nostre leggi perchè tanto ci sono gli idioti di sinistra a difenderli.
Peccato che quando tale Dacia Valent, una mezza somala diventata europarlamentare, ovviamente, di rifondazione comunista,insultò in modo bene peggiore il Popolo Italiano, e non delinquenti in generale come il poliziotto, non fu preso nessun provvedimento….
E non solo lei: tutti gli stranieri che insultano gli italiani non vengono nemmeno denunciati! Come quelli sull’autobus di Modena che hanno cominciato a insultare i poliziotti e gli italiani tutti perchè gli agenti volevano identificarli ( come sempre erano senza biglietto).
Evidentemente per la sinistra insultare un italiano non è un offesa, ma tocca uno straniero o un comunista!
Infatti:

Milano, tentò di accoltellare un agente in Centrale: immigrato scarcerato dopo 36 ore

Saidou Mamoud Diallo, della Guinea, irregolare e non un profugo, ha accoltellato un poliziotto in stazione Centrale a Milano al grido “Voglio morire per Allah”.
Il poliziotto è rimasto ferito, l’immigrato è stato scarcerato dopo 36 ore perchè secondo il gp Maria Vicedomini e il suo avvocato Nicoletta Collalto, “l’accoltellamento non andrebbe inquadrato come tentato omicidio, ma come una conseguenza della colluttazione scaturita dalla resistenza di Diallo all’intervento delle forze dell’ordine.

“Gli italiani sono ignoranti”. Così Boldrini insulta gli italiani

Ovviamente non si riferisce a lei stesa e kompagni.
A stabilire la nostra presunta ignoranza è stata  la Commissione Jo Cox della Camera dei deputati, organismo voluto e presieduto dalla stessa Lauretta, per studiare “l’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni dell’odio”. esclusi quelli che i komunisti hanno contro gli italiani ed i musulmani contro donne e resto del mondo! Guai a toccarli quelli!
Secondo questo organo esisterebbe una piramide dell’odio,una sorta di rappresentazione grafica e sociologica di come un “linguaggio ostile e banalizzato” possa trasformarsi in un “crimine d’odio” fino “all’omicidio” contro donne, gay, immigrati e altre religioni.
Ma non contro gli italiani! E non certo si tirano in ballo le bambine mutilate in Africa, le schiave sessuali dell’isis, le spose bambine, i gay lanciati dai palazzi dai musulmani ( per adesso nei loro paesi), la sottomissione della donna islamica, i cristiani massacrati nei paesi islamici, i tibetani perseguitati dai cinesi ma che qui non vengono fatti entrare nemmeno per uno spettacolo…..
Eppure siamo pieni di musulmani e di cinesi,ma le loro discriminazioni sessuali e religiose non vengono trattate. Come mai???
Dimmelo Laura! Illuminami con la tua intelligenza, tu che fai la femminista e poi ti metti il velo tutta contenta davanti agli islamici e non spendi una parola per le donne sottomesse e le bambine infibulate!
Per l’ex sculettante ragazza coccodè tutto si risolve con lo ius soli, soprattutto l’emmoragia di voti della sinistra!

 

 

 

Chioggia, indagato il gestore di una
della spiaggia “fascista”

Gianni Scarpa, 64 anni, gestore di stabilimenti PRIVATI a Mirano, Chioggia, e simpatizzante nonchè nostalgico del Ventennio e del Duce, è stato indagato dai giudici sinistroidi per apologia di fascismo e violazione della legge Scelba.
Perchè non si possono esprimere pensieri e opinioni diverse da quelle uni neuronali della sinistra!
Tutta colpa di questi cartelli in cui ha osato scrivere:

“Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità,difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d’uomo, se non ti piace me ne frego!Servizio solo per i clienti… altrimenti manganello sui denti”.
Giustamente Matteo Salvini ha commentato:
“Pazzesco. Lasciate lavorare in pace la gente!Con assassini, spacciatori e clandestini a spasso, lo ‘Stato italiano’ processa le idee. Mettendomi a disposizione di Gianni per un’eventuale difesa legale, mi viene voglia di andare a trovarlo a Chioggia”

Stessa procedimento non vale invece per:

La spiaggia in Calabria inneggia al comunismo. ​Ma nessuno fa polemica

Per i kompagni abusivi al governo è norlame che Roccella Jonica, località della Calabria,si svolgaun campo politico organizzato dal “Fronte della Gioventù Comunista”.
Riporto da Il Giornale:
“Guerriglia”, questo il dolce nome dell’iniziativa, è giunto ormai alla terza edizione e tra canzoni inneggianti a via Rasella, striscioni antimperialisti, convegni, conferenze, tornei sportivi e carrellatte di bandiere con falce e martello, i comunisti del domani progettano il futuro politico della loro organizzazione. In Calabria, insomma, l’ideologia comunista prende beatamente il sole. E nessuno, probabilmente, si è mai scandalizzato più di tanto. Un certo doppiopesismo sui totalitarismi del 900′, del resto, affligge le analisi giornalistiche di parecchi.I giovani comunisti, nei video postati sulla pagina facebook
relativa al campeggio, cantano. Ma cosa? “Figli della stessa rabbia”, ad esempio. Una canzone del gruppo “Banda Bassotti”, il cui testo recita così: “Forte il pugno che colpirà in ogni paese in ogni città, chi cammina sopra ai corpi violenta le culture, cancella i ricordi, forte il braccio che alzerà la bandiera rossa della libertà. (….)
Aggiungo: manca solo Là sui monti con Annette e poi erano al completo!
Continua l’articolo:
Prescindendo dalle singole storie dei personaggi idolatrati, ad essere sottolineata sembra essere la voglia di rivoluzione della gioventù comunista, che tra tornei di ping pong e gruppi di discussione, progetta le “mobilitazioni studentesche del prossimo autunno”. Ma tutto questo, chiaramente, è privo di pericolosità. I centri sociali, infatti, non fanno mai uso di violenza.Sarebbe troppo, ovviamente, chiedere l’omologazione di un campeggio comunista con quanto sta avvenendo rispetto la spiaggia di Chioggia. Inutile, con ogni probabilità, elencare statistiche e dati delle morti provocate dal comunismo o sottolineare come, quella bandiera rossa, poco abbia a che fare con la tanto decantata “libertà”. Il marxismo-leninismo, è pacifico, resta l’ideologia meno soggetta ad accuse e così, mentre il gestore di Chioggia viene indagato per apologia, qui non c’è neppure una piccola polemica sollevata. L’ apologia di comunismo, infatti, non costituisce reato nè oggetto di leggi in discussione, ma non rappresenta neppure motivo di attenzione da parti di nessuno. La pericolosità, è evidente, esiste solo sulla spiaggia di Chioggia. Il comunismo, in fin dei conti, continua a possedere un certo privilegio narrativo. A poco sarebbero valsi gli studi di Giampaolo Pansa, giusto per fare un nome tra le decine possibili. Milioni, invece, sono le vittime dell’olocausto rosso, che speriamo non sfuggano ai giovani della spiaggia di Roccella Jonica durante i loro gruppi di studio. Tra una canzone e l’altra una libro di Pansa non farebbe male.

E nemmeno una denuncia per questi qui:

Calabria, niente vacanza per una coppia omosex: “Qui no gay né animali”

Una coppia omosessuale, dopo aver regolarmente effettuata la prenotazione su internet, è stata informata dal titolare che:

“Mi scuso se posso sembrare troglodita” ma “qui non si accettano né animali, né gay”.

Bodrini??? Pronto??? Ci sei???? Ah già, non sono immigrati….

E per finire in bellezza…..Mentre in Italia la piaga della disoccupazione dilaga sempre di più dove buttano i soldi quegli altri idioti del Movimento 5 stelle?
Qui:

Roma, ultima follia M5s: arrivano i mental coach per fare lavorare i rom

Il progetto prevede al  servizio degli zingari, ooopss volevo dire dei nomadi, 24 ore su 24,
dei «mentoring and personal coaches» che si occuperanno «di fornire il supporto adeguato in termini di strumenti e competenze per le prime fasi di avvio delle iniziative imprenditoriali aiutando gli ideatori a fare le scelte giuste in ordine ai processi lavorativi e strategici». Previsti inoltre corsi di «talent management» e di «personal development programs», per sviluppare «talento, doti comunicative e capacità relazionali».
Costo del progetto? 3,8 milioni di euro, in gran parte ricavati dai fondi messi a disposizione dall’Unione europea. Il Comune pagherà un contributo per l’affitto fino a 800 euro al mese, per un massimo di due anni, ai rom a basso reddito. Il resto verrà impiegato per aiutare i residenti delle baraccopoli a trovare lavoro. Se con i personal coach non dovesse funzionare, ci penserà il Comune a finanziare l’avvio delle attività imprenditoriali dei nomadi, mettendo sul piatto fino a 5mila euro a persona». I romani disoccupati e in lista di attesa per una casa popolare saranno certo entusiasti del progetto.
E gli italiani senza lavoro costretti a dormire in macchina? Si attacchino! Però votano….

Per la Boldrini:

 

 

 

Art. 21 della Costituzione Italiana:
 « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

 

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La meravigliosa civiltà delle Donne

Ovvero quando il mondo andava per il verso giusto perchè guidato dalle donne!
Noi donne fummo le prime a guidare il mondo e la società umana, provabilmente per la grande importanza del ruolo di madre: Colei che crea la vita nel suo corpo e dona la vita tramite il suo corpo.
Una Creatrice, come vuole la mia Religione ( che infatti è la più antica di tutte).
La prima testimonianza “fisica” della società matriarcale risale a ben 35.000 anni fa, nella grotta di Hohle Fels in Germania: un pendaglio ricavato da una zanna di mammuth lungo 6 cm che raffigura una donna pingue, magari incinta, con seni e natiche enormi e una vagina molto evidenziata. Senza dubbio era un amuleto raffigurante una divinità femminile da portare al collo come buon auspicio per le donne desiderose di diventare madri.
Sono numerosissime le raffigurazione delle Dee per tutto il Paleolitico, 25.000 anni fa, ritrovate in Europa e Asia, chiamate in seguito Veneri.
E per tutto il Neolitico vennero scolpite statue di varie dimensioni di donne/Dee dalle forme abbondanti, simbolo di fertilità e maternità.
Ci sono testimonianze anche in Turchia e a Malta, tra i megaliti.
Proprio a Malta i templi fungevano da magazzini pubblici e vi si svolgevano cerimonie in nome della Dea per distribuire il cibo tramite sacerdotesse ben in carne .
La Madre, infatti, è colei che ci nutre, dapprima nel suo corpo e poi con il suo corpo.
Un’Essere meraviglioso e unico che tutte noi dobbiamo essere fiere di avere conosciuto e di esserlo poi diventato.
Non sono mai state trovate tracce di fortificazioni negli insediamenti megalitici in tutta l’Europa, segno che con Donne alla guida non esistevano guerre, colonialismi, massacri fratricidi.
E le testimonianze archeologiche dimostrano anche che nella vecchia Europa, e non solo, era esistita una grande e meravigliosa civiltà di pace e d’amore, precedente ai Sumeri e ai Greci, una civiltà delle Donne e della Dea Madre.
Ma com’era questa idilliaca società guidata dalle donne?
Secondo gli studi antropologici, in particolare cito l’ antropologa Heide Göttner- Abendroth, dell’Accademia internazionale Hagia di Winzer (Germania), fondatrice dei moderni studi sul matriarcato, veniva praticata principlamente un’agricoltura di sostentamento, più l’allevamento di alcuni animali domestici. La vita si svolgeva nel villaggio materno, il nome si prendeva dalla madre e si tramandavano i suoi beni.
Si godeva anche di una certa libertà sessuale e i figli venivano allevati dalle madri e dalle nonne.
Terreni e animali appartenevano a tutto il clan perchè Madre Terra è di tutti e non può essere divisa, tagliata o posseduta. Madre Terra dona a tutti in parti uguali, agli animali, agli umani e ai vegetali: ognuno ha di che mangiare, da bere e da ripararsi.
Le donne dei clan ne prendevano in prestito alcune parti per coltivare e far pascolare gli animali.
Le donne più anziane, le matriarche, custodivano  i beni più importanti perchè erano loro le Madri e quindi le responsabili della vita, della protezione e del sostentamento del proprio clan: le case dei clan o le tende delle tribù nomadi erano loro, a loro veniva consegnato il raccolto dei campi e il latte delle pecore.
Il loro ruolo era fondamentale e importantissimo per  la vita, l’equilibrio e la serenità di tutti, la vita di una donna non finiva con l’età fertile,come adesso che una donna anziana, nella società maschilista, viene considerata un niente, magari solo un peso perchè non è più attraente come prima nè può più generare figli.
Nella società matriarcale acquisiva ancora più importanza.
Al posto dello scambio si usava l’economia del dono, cioè non si guardava il valore economico di una determinata merce, ma si soddisfava un bisogno personale di chi riceveva il dono.
Il dono ha così molto più valore di uno scambio economico, perchè il sentimento ha sempre avuto più importanza, per noi donne, del puro materialismo.
Inoltre il dono aumenta e intensifica le relazioni sociali perchè va ricambiato in base alle possibilità di chi lo offre ( ma, come scritto sopra, è il sentimento, la soddisfazione e la felicità dell’altro che conta).
E’ il dare senza pretesa di qualcosa in cambio, il donare per il semplice motivo di aiutare e rendere felice un’altra persona.
Come farebbe una vera Madre, che dona ai propri figli semplicemente per amore.
Un clan generoso che ha fatto molti doni guadagna soprattutto in onore e ammirazione: onore e ammirazione significano altruismo, rafforzamento dei legami tra clan, amicizie sincere, aiuto in caso di bisogno.
La ricchezza veniva distribuita tra tutti: se un clan aveva raccolti più abbondanti li distribuiva tra chi aveva avuto meno fortuna.
I clan matriarcali erano molto democratici e funzionavano sui consensi nelle assemblee: si andava avanti a discutere con i rappresentanti finchè non si trovava un accordo che accontentasse tutti.
L’immenso amore per la Natura, la Dea Madre per eccellenza, l’osservazione della vita che crea, dei cicli delle stagioni, il susseguirsi del giorno e della notte, portava ad avere una concezione della morte basata sulla reincarnazione: ognuno si sarebbe reincarnato nel proprio clan, come le piante che muoiono in autunno ma i cui semi rigermogliano in primavera nello stesso posto e uguali a quelli di prima.
Tutto ciò che muore è destinato a rinascere.
Tutto andava per il meglio, in serenità e armonia, dunque, in un mondo Femminile.
Cosa successe poi?
Secondo le ricostruzioni storiche, linguistiche e genetiche, dal il 4.500 a.C. al 3.000 a. C. circa, dei guerrieri provenienti dalle pianure del Volga invasero l’Europa e gran parte dell’Oriente facendosi spazio con la forza e conquistando col sangue e la violenza.
Avevano armi di bronzo, si muovevano a cavallo e avevano divinità maschili e violente.
Diversi maschi, queli che di maschio avevano ben poco, diciamo gli sfigati, che appartenevano ai clan matriarcali, tradirono le donne e il loro popolo e si unirono agli invasori.
Le guerre divennero fonte di conquiste economiche e materiali, terre, ricchezze, e donne predate, e quindi gli uomini alzarono la cresta facendo valere la propria forza fisica sia in battaglia che nei clan.
Cominciarono a pretendere che le mogli andassero a vivere nei villaggi dei mariti e non più in quello delle madri e che i beni familiari e dei clan di trasmettesseo esclusivamente per via maschile. Inoltre per essere sicuri che le terre ereditate e quelle conquistate passassero ai loro discendenti di sangue, cominciarono a pretendere la sicurezza della propria paternità e con questa patetica scusa iniziarono a sottomettere e segregare le donne.
Alla Dea Madre, colei che generava e nutriva i figli con la sua linfa vitale, si sostituì il dio maschile della guerra, della violenza, della conquista, della schiavitù e del materialismo, mettendo fine, provvisoriamente, alla società matriarcale.
Le società matriarcali più conosciute oggi sono soprattutto quelle degli Indios e degli Indiani Cuna, nei pressi di Panama, gli Indiani Irochesi, in Canada, alcuni Nativi Americani, i Trobriandesi, in Nuova Guinea, i Mosuo nello Yunnan cinese, Bemba e Lapula nelle foreste africane, i Minangkabau di Sumatra, Indonesia
Oltre alle famiglie che appartengono alla mia Religione, poche ma buone, da sempre nel mirino delle religioni maschili e maschiliste. Sia io che i miei figli, ad esempio, abbiamo il doppio cognome e conserviamo sempre quello materno ( alla faccia di qualcuno….).
Noi donne abbiamo subito invasioni, inquisizioni, roghi, sottomissioni, schiavitù; siamo state tenute per secoli nell’ignoranza per paura che rialzassimo la testa grazie alla cultura e alla consapevolezza,relegate al ruolo di fattrici senza importanza per generare discendeza ai maschi. Ci è stato negato di tutto e di più! E ad alcune viene tuttora negato!
Il mondo sta morendo per colpa dell’ingordigia del sub maschio, delle sue brame di conquista e di dominio sugli altri.
Nelle società matriarcali nessuno comandava: le donne erano guide, non comandanti.
La Terra era Madre, gli animali erano fratelli, i vegetali anche, in perfetto equilibrio.
Col patriarcato l’uomo è arrivato a identificarsi col suo dio, a credere di avere diritto sulla Terra e di essere superiore agli altri animali e perfino alle donne che li hanno messi al mondo e alle quali devono la vita!
Questo sta portando alla distruzione del pianeta e all’estinzione degli animali, oltre che a stupide guerre fratricide.
Tocca a noi donne farci valere, unirci e riprenderci il nostro posto!
Prima che sia troppo tardi.

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Inoltre, il matrimonio di un elemento del clan A con uno del clan B non è isolato, ma è parte di una serie di unioni. Così come fra il clan B e il C. Alla fine i clan sono composti quasi soltanto da parenti. Così ogni persona ha una parte dei suoi geni nei conoscenti dei clan e tutto l’interesse ad aiutarli.

 

 

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In ricordo di un Eroe

Eroe viene definito, nell’era moderna, colui che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune.
Questo per me era, ed è ancora, il grandissimo Paolo Emanuele Borsellino, magistrato italiano con il cuore fieramente a Destra, che poteva diventare il nostro presidente della Repubblica: 19 maggio 1992, infatti,nel corso dell’XI scrutinio dell’elezione del presidente della Repubblica Italiana, l’allora segretario del MSI, il traditore schifoso Gianfranco Fini, propose proprio Borsellino per la più alta carica dello Stato. Avremmo finalmente avuto un Presidente degno di tale carica, ma….dopo la strage di Capaci, in cui venne assassinato Giovanni Falcone, venne eletto Scalfaro (!).
Paolo Borsellino fu, insieme all’amico Giovanni Falcone, il più grande nemico della mafia.
Per questo quei bastardi vigliacchi lo assassinarono, insieme alla sua scorta, il 19 Luglio 1992 in via D’Amelio, due mesi dopo averi ucciso Giovanni Falcone.
Ma chi era Paolo Borsellino, oltre che uno dei più grandi eroi che l’Italia abbia mai conosciuto?
Era una persona semplice, ma molto dotata intellettualmente.
Nacque a Palermo il 19 Gennaio del 1940, nel quartiere chiamato Kalsa, nel centro storico della città, e da bambino giocava a calcio per le strade del quartiere dove conobbe l’inseparabile amico e collega Giovanni Falcone, di poco più grande di lui e con idee politiche del tutto diverse. Il che, essendo due persone estremamente intelligenti, non ne impedì la nascita di una grande amicizia e stima recirpoca.
Pare avessero l’usanza di salutarsi così: Borsellino faceva il saluto romano e Falcone gli rispondeva col pugno chiuso.
Aveva una sorella maggiore, Adele, un fratello e una sorella più piccoli, Salvatore e Rita.
Dopo la scuola media frequentò il Liceo Classico Giovanni Meli di Palermo e diventò subito direttore del giornale studentesco Agorà.
Finite le superiori si iscrisse all’università, facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo.
La sua famiglia era tutta di Destra e nel 1959 Paolo si iscrisse al Fronte Universitario d’Azione Nazionale, organizzazione degli studenti universitari missini, di cui divenne membro dell’esecutivo provinciale e fu eletto come rappresentante studentesco nella lista del FUAN, “Fanalino” di Palermo.
Il 27 Giugno del 1962 si laureò a 22 anni con 110 e lode: tesi su Il fine dell’azione delittuosa.
Alla morte del padre, avvenuta pochi giorni dopo a causa di una malattia, il giovane Paolo decise di mantenere viva la farmacia del padre dandola in gestione per un prezzo bassissimo fino alla laurea in Farmacia della sorella Rita, conseguita nel 1967.
Fu un periodo duro e di grandi sacrifici per tutta la famiglia Borsellino, e Paolo venne addirittura esonerato dal servizio di leva perchè unico sostentamento della famiglia.
Ma non si arrese mai e continuò tenacemente a lottare per i suoi valori e per la sua famiglia.
Nel 1963 partecipò a un concorso per entrare nella magistratura italiana classificandosi venticinquesimo sui 171 posti messi a bando: divenne il più giovane magistrato d’Italia e cominciò subito il tirocinio come uditore giudiziario.
Nel 1965 venne assegnato alla sezione civile del tribunale di Enna.
Nel 1967 fu nominato pretore a Mazzara del Vallo e nel 1969 pretore a Monreale.
Nel 1968 Paolo sposò la figlia di un magistrato, Agnese Piraino Leto, da cui ebbe tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta.
Nel 1975, fu trasferito presso l’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, e da lì cominciò la sua tenace lotta alla mafia, con indagini sui rapporti tra i mafiosi di Altofonte e Corso dei Mille iniziata dal commissario Boris Giuliano, assassinato nel 1979, lavorando in stretto rapporto con il capitano Basile e con Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione, con il quale instaurò un profondo legame d’amicizia e fiducia reciproca.
Il 4 Maggio del 1980 la mafia comincia a temere seriamente chi osa fronteggiarla e uccide il capitano Basile.
A Borsellino e alla sua famiglia, visto il pericolo e le minacce costanti, viene assegnata una scorta.
Nel 1983, il 29 Luglio, anche Chinnici viene assassinato dalla mafia con l’esplosione di un’autobomba: con lui perdono la vita anche due agenti di scorta e il portiere del suo condominio.
Prende il suo posto il giudice Antonino Caponnetto che istituisce il pool antimafia, un gruppo di giudici istruttori che si sarebbero occupati esclusivamente e insieme dei reati di stampo mafioso. Ne fanno subito parte Paolo Borsellino e Giovanni Falcone insieme a Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta.
Le indagini del pool puntano soprattutto accertamenti bancari e patrimoniali, vecchi rapporti di polizia e carabinieri ma anche su nuovi procedimenti penali, che consentono di raccogliere parecchio materiale per le indagini.
Contemporaneamente Giovanni Falcone raccoglie le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Tommaso Buscetta e Salvatore Contorno,che portano a 366 ordini di cattura quelle di Buscetta e 127 mandati di cattura e arresti tra Palermo, Bologna, Roma e Bari quelle di Contorno.
Un grandissimo successo! E anche molto pericoloso.
La mafia non ci sta.
Il 23 Maggio 1992 viene assassinato anche Giovanni Falcone in un attentato dinamitardo sull’autostrasa A29 nei pressi di Capaci. Insieme a lui periscono anche la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonino Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Il 19 Luglio 1992, dopo aver pranzato con la moglie e i figli, Paolo Borsellino si reca in via D’Amelio a far visita all’adorata madre, sempre accompagnato dalla sua fedele e coraggiosa scorta.
Alle 16 e 58, appena Paolo esce dalla casa materna, i mafiosi di merda fanno esplodere una Fiat 126, rubata, imbottita di tritolo parcheggiata appositamente sotto casa della madre ( e pensare che Borsellino tempo prima e Antonino Caponnetto avevano chiesto il divieto di sosta in quella via, specie sotto la casa della madre di Borsellino.Ovviamente rimasero inascoltati…).
Paolo Borsellino muore insieme a  cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi, agente della Polizia di Stato, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, agente Polizia di Stati, Walter Eddie Cosina, Digos, e Claudio Traina, agente Polizia di Stato.
Unico sopravvissuto Antonino Vullo che in quel momento stava parcheggiando una delle auto di scorta che così descrisse così la tragedia:
«Il giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l’auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l’inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L’onda d’urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c’erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto…».

I funerali di Paolo Borsellino si svolgono il 24 Luglio nella chiesa di S. Maria Luisa di Marillac, in periferia, in cui l’eroe era solito recarsi ogni domenica, in forma privata, senza la presenza dei politici: la moglie Agnese, infatti, ha accusato, giustamente, il governo di non aver saputo porteggere adeguatamente il marito.
Stessa cosa per i funerali di qualche giorno prima degli agenti di scorta: una folla inferocita non ha permesso l’ingresso dei rappresentanti di stato, tra cui il presidente Scalfaro, gridando: “Fuori la mafia dallo stato”.
Al funerale di Paolo Borsellino partecipano comunque circa 10.000 persone.
Queste le parole di Antonino Caponnetto durante l’orazione:

«Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi».

Purtroppo pare che non sia proprio così.
La sua salma riposa nel Cimitero di S. Maria di Gesù a Palermo.

Nella sua ultima intervista, Paolo Borsellino racconta al giornalista del Tg1 Lamberto Sposini di sentirsi “un cadavere che cammina. io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche – confessa il magistrato palermitano – che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare“.

Ci tengo a sottolineare anche il valore e il coraggio dimostrati dalla scorta, di cui purtroppo non ci sono foto di tutti: bisogna avere un coraggio infinito e degli ideali solidissimi per fare da scorta a un Uomo della portata di Paolo Borsellino, costantemente minacciato dalla mafia. Questi impavidi agenti, come Borsellino e Falcone, sono l’orgoglio della Nazione intera e avranno per sempre la mia stima incondizionata.

E pensare che c’è qualcuno che si preoccupa della salute di Totò Riina, uno dei mandanti di questa strage, ricoverato proprio nell’ospedale della mia città!

 

 

 

 

 

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La sesta estinzione di massa è già iniziata

Non ho niente da aggiungere,solo che mi fa schifo e mi vergogno di appartenere alla specie umana. Il mondo sarebbe un posto meraviglioso se fossimo rimasti scimmie

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E tutti, come sempre, tacciono!

Sono 80mila le bambine infibulate in Italia!

Già, mentre ebrei e comunisti al governo, abusivi non dimentichiamolo mai, si cagano ancora addosso se a qualcuno viene la nostalgia del passato Ventennio e si arrovellano su come eliminare la libertà di pensiero, parola ed espressione a chi non è del loro unico pensiero rosso, ci sono ancora donne che vengono violate fin dall’infanzia!
E non stiamo parlando solo dell’Africa, dove codesti orribili rituali barbarici vanno avanti da tempo immemorabile, ma del nostro sempre meno civile Paese.
Sarebbero tra le 61.000 e le 80.000, infatti, le donne arrivate in Italia che hanno subito le aberranti mutilazioni dei genitali, chiamate infibulazione, quando ancora erano bambine. E arrivano al 90% le donne che nel Corno d’Africa, Egitto, Guinea e altri paesi africani, arabi e sud est asiatico continuano a subirle.
L’infibulazione, per chi non lo sapesse, consiste  nell’asportazione della clitoride, delle piccole labbra e di parte delle grandi labbra, tramite una lama, un rasoio o perfino un osso affilato, così che la donna arrivi immacolata al matrimonio e non possa provare alcun piacere durante i rapporti sessuali. Un modo per tenerla sotto il controllo del “maschio”,  di dominare la pericolosa femmina ritenuta inferiore e schiava dei suoi istinti.
Dopo la mutilazione la vulva viene cucita con fili di seta o addirittura spine! Lasciano aperto solamente un forellino per la fuoriuscita dell’urina e del fluido mestruale.
Sarà poi il marito della sfortunata sposa a defibularla, scucendo la parte intima prima di consumare il rapporto.
Rapporto che per la donna sarà solo dolorosissimo e difficoltoso.
Inoltre sopravvengono spessissimo infezioni vaginali, infiammazioni, cistiti, ritenzione urinaria.
Ulteriori danni si hanno al momento del parto: il bambino deve attraversare una massa di tessuto cicatriziale e reso poco elastico a causa delle mutilazioni.
In questi casi non è più ossigenato dalla placenta e il protrarsi della nascita toglie ossigeno al cervello, rischiando di causare danni neurologici.
Nei paesi in cui è praticata l’infibulazione, inoltre, è frequente la rottura dell’utero durante il parto, con conseguente morte della madre e del bambino.
Una vita d’inferno! Anzi, una non vita.
Ma non finisce qui: le donne che hanno partorito, le divorziate e le vedove vengono reinfibulate di nuovo per ritornare allo “stato di purezza” iniziale.
Le origini di questa disgustosa pratica risalirebbero all’antico Egitto, al tempo dei faraoni, dove al giorno d’oggi sarebbe vietata ma la subiscono ancora tra l’85% e il 95% delle donne.
In paesi come la Somalia le vittime arrivano al 98%! La donna non infibulata viene considerata impura, non troverà mai marito e viene allontanata e isolata dalla società.
In Kenya lo scellerato Jomo Kenyatta, leader politico contro il dominio coloniale britannico e primo presidente del paese dopo l’indipendenza, aveva difeso l’infibulazione definendola una “pratica culturale importante”.
Rituali tribali e misogini che le amate risorse boldrinaiane hanno portato fin qui da noi.
Anche qui, purtroppo, gli immigrati, africani e non, praticano clandestinamente i loro orribili scempi sulle bambine, spesso causandone la morte o terribili infezioni.
Senza contare l’irrimediabile danno psicologico e le future complicazioni durante il parto, come scritto sopra.
Riporto da Il Giornale, unico quotidiano sempre attento a queste tragiche problematiche:

Nel corso di un’audizione in commissione Sanità del Consiglio regionale, l’associazione Action Aid ha presentato un rapporto appena elaborato, che analizza la situazione e delinea le politiche di contrasto del fenomeno, citando i risultati di una ricerca coordinata dall’Università Bicocca che ha aggiornato, rivedendoli al rialzo, i dati precedenti, finora unici: quelli di uno studio governativo del 2009. Incrociando i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità e i numeri della popolazione residente in Italia e proveniente da Paesi a tradizione escissoria, 8 anni fa il Dipartimento per le Pari opportunità stimava che vivessero in Italia 35mila donne che avevano subito mutilazioni, e che 1.100 ragazze di età inferiore ai 17 anni fossero a rischio.

Lo studio recente della Bicocca, che tiene conto dell’area geografica e dell’estrazione sociale di provenienza, porta a stime più elevate: oggi le donne presenti in Italia che sarebbero state sottoposte durante l’infanzia a mutilazione sono tra le 61mila e le 80mila. Il gruppo più colpito è quello nigeriano che, insieme all’egiziano rappresenta la metà del totale. E sarebbero 25mila le donne che vivono in Lombardia vittime di questo abuso, senza calcolare le migranti irregolari. D’altra parte, stime recenti citate in un saggio pubblicato a maggio da Neodemos.it ipotizzano la presenza in Europa di 550mila immigrate di prima generazione mutilate (507mila negli Usa).

Rolfi, della Lega, spiega:
«Abbiamo voluto questa audizione per meglio comprendere la drammaticità del tema, che non riguarda solo i Paesi di provenienza ma anche noi, compresa la Lombardia. Tante donne, anche nate qua, quando rientrano nei paesi di provenienza vengono sottoposte a questa pratica. Il Consiglio ha già approvato una mozione all’unanimità e sono stati messi in campo alcuni interventi. Ora dobbiamo abbattere le false convinzioni che colpiscono le donne, e favorire una vera integrazione, che accantoni ciò che è così palesemente in contrasto con i nostri valori».

A sinsitra, invece, le paladine dei diritti, delle quote rosa, della presidenta, tacciono!
D’altronde quella mente bacata della Boldrini, occupata dal deviato sogno di abbattere i monumenti fascisti, aveva dichiarato che: ” lo stile di vita degli immigrati doveva diventare anche il nostro.”
Perchè, dunque, non corre a farsi infibulare?
L’unica a occuparsene era stata, negli anni ’90, Emma Bonino con diverse iniziative, ma ora tace anche lei, tropo impegnata a dare addosso ai fascisti.  D’altronde cosa ci si può aspettare da una che si faceva fotografare mentre uccideva bambini in via di sviluppo con aborti clandestini? Grande amore per la vita il suo! Un’ipocrita, come tutte le trinariciute come lei. Se difendi la vita la difendi sempre, non sei a favore dell’aborto!

In Italia le donne sarebbero tutelate da una legge apposita del 9 gennaio 2006, n. 7, che provvede a difendere dalle pratiche di mutilazione genitale femminile, in attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della costituzione e, cito testualmente, di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 settembre 1995 nella quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne.
Al codice penale è aggiunto l’articolo 583-bis che punisce con la reclusione da quattro a dodici anni chi, senza esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili. Per mutilazione il legislatore intende, oltre all’infibulazione, anche la clitoridectomia, l’escissione della clitoride o comunque (norma di chiusura) qualsiasi pratica che cagioni effetti dello stesso tipo.
Allo stesso modo, chi, in assenza di esigenze terapeutiche, al fine di menomare le funzioni sessuali, provoca lesioni agli organi genitali femminili diverse da quelle indicate al primo comma, da cui derivi una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre a sette anni.

Le leggi, dunque, ci sono: perchè non si fanno rispettare????
Nel nostro Paese c’è chi non fa che sbraitare su presunto razzismo, accoglienza illimitata per tutti, diritti e solo diritti per gli stranieri, ma quando si tratta dei diritti delle donne tutti tacciono ( a sinistra intendo). Perchè?
Riporto uno spunto delle parole e del pensiero di Ayaan Hirsi Ali, scrittrice e politica nata in Somalia ora naturalizzata olandese, infibulata all’età di 5 anni nel suo paese d’origine, che da sempre si batte contro l’oppressione delle donne e per i loro diritti, specie nel mondo islamico, fondatrice negli Stati Uniti di Ayaan Hirsi Ali Foundation (abbreviato in AHA Foundation) per “proteggere e difendere i diritti delle donne in Occidente dall’oppressione giustificata con la religione e la cultura”( vi consiglio una lettura approfondita dei scuoi scritti); in “Infidel”, la sua autobiografia, scrive:

« L’escissione non rimuove il desiderio o la capacità di sentire il piacere sessuale. L’escissione è per le donne crudele da diversi punti di vista. È fisicamente crudele e doloroso; inizia le ragazze ad una vita di sofferenze. E non è neppure efficace nel raggiungere l’obiettivo di rimuovere il loro desiderio. »

Direi che queste donne hanno già sofferto abbastanza! Troppo!
Spero che menti annebbiate come quella della Boldrini sappiano almeno leggere e che prendano esempio dalle Donne Vere che con infinito coraggio alzano la testa e si battono per i propri diritti contro la misoginia di certe sub culture di sub uomini sub umani!
“Culture”, cara Lauretta, che non diventeranno mai la nostra finchè ci saranno Donne e Uomini veri a difendere la nostra libertà e i nostri diritti. Tu vai pure a farti fotografare tutta sorridente con il velo in testa!

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Io leggo, e tu?????

I trinariciuti ,le schifose zecche rosse,sono maledettamente ignoranti! A loro non interessa conoscere la storia,ma divulgare solo quello che gli fa comodo. Che dire di una come la Boldrini che vorrebbe abbattere i monumenti fascisti? Ma si può essere più ignoranti di così? Adesso arriva anche monociglio con le sue cazzate che violano la libertà degli altri. E poi dice ai fascisti….

QUELLO CHE TI NASCONDONO

Vogliamo parlare di passato, Fiano, di un passato che ha umiliato il sangue d’Italia, tanto da essere orribile? Giochiamo a non dimenticare?
Bene! Parliamo dei bambini di 6 anni stuprati dai Goumier. Parliamo delle due sorelle stuprate da 200 marocchini. Parliamo delle #MAROCCHINATE

I bambini violentati, le sorelle crocefisse.

Battuti i nazifascisti, i Goumier ottennero in premio quello che nell’antico diritto internazionale di guerra era il “diritto di preda”: una licenza di stupro e saccheggio:

Le chiamavano, senza nessun riguardo, “Marocchinate”: erano le donne vittime di violenze, stupri e omicidi nelle province di Frosinone e di Latina compiuti dalle truppe marocchine dell’esercito francese (cioè degli Alleati) dopo aver battuto i nazifascisti nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale.

“La Ciociara”, film e romanzo, è l’unico modo in cui finora l’orrenda storia delle “marocchinate” è arrivata al grande pubblico. Ma quei giorni di devastazione della primavera del 1944 sono per…

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Parole sante!

Oggi vorei condividere con voi le parole di una persona che seguo sempre e che stimo molto, sia per le sue idee che per il suo coraggio nel portarle avanti: MagdiCristiano Allam.
Questo il suo pensiero riportato oggi sulle colonne de Il Giornale che coinvolge diverse tematiche che ci riguardano tutti:

Così la medicina non pensa alla vita e si sottomette al materialismo

Il caso del piccolo Charlie Gard formalizza il principio che si cura solo il malato che è guaribile.
A condizione che chi è guaribile sia un produttore di materialità. Preferibilmente a basso costo. Chi non ottempera a queste tre condizioni deve essere condannato a morte. Il piccolo Charlie ha potuto beneficiare della sospensione della condanna a morte, richiesta dai medici e decretata dai tribunali britannici e dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, grazie alla eccezionale capacità dei giovani genitori, Connie Yates e Chris Gard, di promuovere con successo una mobilitazione internazionale che ha portato il presidente americano Trump e l’Ospedale pediatrico del Bambin Gesù di Roma, che è del Vaticano, a richiedere la grazia e di poterlo accogliere. I medici londinesi hanno sospeso la condanna a morte esclusivamente perché altri medici hanno scientificamente illustrato la validità di una terapia sperimentale. Ma è una logica che viola il valore della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale. La mamma Connie che presidia il letto d’ospedale del suo bambino è l’immagine del degrado della civiltà che metteva al centro la vita nell’inciviltà che mette al centro la moneta. I nazisti uccidevano tutti coloro che inquinavano la purezza della razza ariana: ebrei, zingari, omosessuali, persone affette da menomazioni fisiche. I comunisti uccidono a oggi i nemici della «classe lavoratrice», individuati nei borghesi, nei liberali, nei religiosi e nei dissidenti. La «dittatura finanziaria» che oggi governa il mondo della «globalizzazione» si propone di uccidere tutti coloro che non producono materialità e la cui sopravvivenza comporta un costo materiale. L’obiettivo è promuovere una nuova «razza produttiva a basso costo». Per conseguirlo si sta attuando una strategia di omogenizzazione dell’umanità all’insegna del meticciato, abbattendo le frontiere e le identità nazionali e localistiche, per ridurre le persone a semplici strumenti di produzione e di consumo della materialità. Vorrebbero trasformarci antropologicamente da persone depositarie di una specificità che si sostanzia di radici, fede, identità e valori, a semplici tubi digerenti. Sin dal 1925 l’ideologo degli «Stati Uniti d’Europa», il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, teorizzò la prospettiva dell’umanità meticcia per poterla facilmente sottomettere. Kalergi previde la sostituzione delle popolazioni autoctone europee con una «razza mista negroide-euroasiatica»: «L’uomo del lontano futuro sarà un meticcio. Nei meticci si uniscono spesso mancanza di carattere, assenza di scrupoli, debolezza di volontà, instabilità, mancanza di rispetto, infedeltà con obiettività, versatilità e agilità mentale, assenza di pregiudizi e ampiezza d’orizzonti». Diventeremo così una massa di schiavi della «dittatura finanziaria». Karl Marx si rivolterebbe nella tomba se sapesse del Nuovo Ordine Mondiale che affermerà non la «dittatura del proletariato» ma la proletarizzazione dell’umanità; e che non solo non ci sarà la lotta tra la classe lavoratrice e il capitalismo, ma sarà all’opposto il sodalizio tra i comunisti e i capitalisti a sottomettere l’umanità allo strapotere della materialità. Difendendo la sacralità della vita del piccolo Charlie salvaguariamo la nostra civiltà che mette al centro la vita, la dignità e la libertà di tutti noi.

magdicristianoallam@gmail.com

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Le ombrelline abruzzesi

Chi ha letto l’articolo sui giornali a prima vista avrà pensato ad una gara fuori programma del Moto gp, ma dove sono Marquez, Dovizioso, Lorenzo?
Eppure ci sono le ombrelline! Ma al posto di aitanti motociclisti ci sono, scrannati comodi comodi su sedie con tanto di tavolini imbanditi davanti,  flaccidi trinariciuti che chiacchierano, pare, sulle questioni del territorio abruzzese.
Il posto è Sulmona, durante la manifestazione Fonderia Abruzzo organizzata dalla Regione alla Badia celestiniana per raccogliere le “intelligenze” abruzzesi e discutere sul futuro della regione: giovani, lavoro, progetti vari…..
E a riparare tali brillanti menti da sole ed eventuali piogge c’erano sei persone armate di ombrello, tutte rigorosamente femmine, nemmeno un maschio presente.
I maschi si vede che fanno solo i porta borse.
Ci mancavano solo quelle con i ventagli e poi eravamo al completo!
Tra i così detti uomini, incapaci perfino di reggersi un ombrello da soli, figuriamoci di avere qualche idea per il futuro dell’Abruzzo spiccavano: il ministro alla Coesione territoriale del mezzogiorno Claudio De Vincenti, il governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, quello dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il rettore dell’università di Teramo Luciano D’Amico.
E le ragazze? Immobili, serie, in piedi a reggere pesanti ombrelli per ore a codesti omuncoli che in un mondo normale sarebbero loro a tenere su l’ombrello alle signore!
Chissà se avranno almeno loro offerto un bicchiere d’acqua.
Forse qualcuno dovrebbe avvisare lor signori che il periodo della donna schiava e sottomessa all’uomo è già da un po’ che è finito, qui in Occidente, anche se qualcuno di qualche religione e politica fa di tutto per rinchiudere ancora le donne in casa a far da serve. O le ombrelline a “uomini” politici.
Quindi se ci fosse stata una donna tra i politici avrebbe avuto l’ombrellino maschio? Ne dubito….Infatti non c’era nemmeno una donna tra i chiacchieroni, alla faccia delle quote rosa.
Il D’Alfonso ha anche avuto al faccia…diciamo tosta di ribattere, tramite il suo portavoce Fabrizio Santamaita, a coloro che hanno criticato questo triste spettacolo delle ombrelline che “la natura strumentale di questa polemica è lampante” e che “i commenti di chi ha visto in questa vicenda un affronto alla parità di genere sono davvero fuori luogo o comunque frutto di disinformazione.
Una boutade estiva giustificabile solo da una domenica senza la possibilità di andare in spiaggiaÈ stato necessario l’improvviso utilizzo di ombrelli per riparare i relatori dalla pioggia (al mattino) e dal sole (nel pomeriggio) – aggiunge – poiché il palco era scoperto. Non appena si è verificata l’emergenza, alcuni volontari dotati di ombrello si sono attivati autonomamente“.
E non contento delle cazzate dette ha anche aggiunto:
“Disponevo di un cappuccio nella giacca ma non l’ho usato per non passare per affiliato alla massoneria’”.
Ahahahha! Muoio dal ridere! Quindi per ostui è meglio avere semrpre dietro una femmina accessorio che ti regga l’ombrello!
Ma poverini! E sono privi delle mani loro? O sono troppo flaccidi e debolucci per reggere un ombrello?
Secondo loro le porta ombrelli erano tutte volontarie! Quindi nessun ometto si è offerto? E come mai? Troppo servile il compito per un maschio?
E’ intervenuta perfino la Camusso, segretaria generale della Cgil:
“Credo che denoti un pessimo gusto, incapacità anche di autosufficienza maschile, per cui si ha bisogno di qualcuno che ti curi e ti protegga e credo che sia un pessimo spettacolo dato da quella manifestazione e dagli uomini di governo presenti”.
E anche il comico Beppe Grillo:
“Un tempo si dibatteva sulla “donna oggetto”, i dirigenti del Pd sono andati oltre e hanno inventato la “donna ombrello”.
Si è indignata anche una donna del pd abruzzese, Alexandra Coppola:
“Queste foto che ritraggono ragazze in funzione parasole e parapioggia che agevolano il dibattito di uomini beatamente seduti. Mi chiedo ma dove vogliamo arrivare? Nella mia militanza ho fatto di tutto, attaccato manifesti, preparato sale che avrebbero ospitato ospiti importanti, ma mai nessuno mi ha chiesto di riparare dal sole compagni di partito. È molto tempo che qui nella nostra Regione le cose vanno un po’ cosìtutto passa quasi inosservato. Tutto va bene e nessuno ha nulla da obiettare“.

Già, i kompagni di partito…..Tutto va bene se la gente tace!
Dopo millenni di lotte per la parità di genere siamo ancora all donna considerata oggetto al servizio dell’uomo!
Non si è sentita la voce gracchiante della kompagna Boldrini e delle sue amichette rosse, quelle della presidenta, la professora….,invece, come mai???
Sono ancora sotto casa di Silvio a strapparsi le piume o ad accusare Trump di mashilismo? Invece i loro kompagni cosa sono???
Ah già, la Boldrina è quella che si mette il velo davanti ai musulmani sennò si offendono….

Da notare le facce grasse e cadenti  dei signorotti incravattati scrannati e le facce felicissime di chi regge loro l’ombrello buscandosi il sole o la pioggia!
Complimenti! Io l’ombrello gliel’avrei spaccato in testa o infilato nel…..

 

 

 

 

 

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Dall’Abruzzo un’idea per il futuro dei giovani: basta portaborse, avanti portaombrelli

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