La schifosa ignoranza e ipocrisia della sinistra non ha davvero limiti!
Oltre a tutte le porcate che stanno combinando al governo, tra le ultime l’assunzione di immigrati come bidelli nelle scuole ( posto che spetterebbe ai milioni di italiani in lista e disoccupati), adesso si mettono anche a celebrare un assassino!
A Milano, infatti, le zecche rosse non trovano di meglio da fare che dedicare una mostra a quel criminale di Ernesto Guevara, detto Che, ma non per condannare i suoi crimini bensì per celebrarlo come “paladino della libertà”!
L’insulto alle vittime del comunismo sarà coprodotto dal Comune di Milano, quindi a spese dei cittadini, e prevede ben cinque film su questo criminale in cui esso viene trasformato da assassino quale era in un mito del libero pensiero, dell’azione spesa in nome dell’autodeterminazione dell’uomo!
Cioè, un comunista! Non esiste libertà nel comunismo IGNORANTI!
Cosa centra, poi, un criminale argentino con l’Italia lo sanno solo i cornuti trinariciuti radical chic.
I poveri idioti evitano di dire che nella “sua” Cuba ( Guevara era argentino) esiste ancora oggi una vomitosa dittatura comunista che nega la libertà alle persone.
Ma facciamo un ripasso di storia a codesti ignoranti comunistelli radical chic che, evidentemente, di libri non ne hanno mai aperto uno in vita loro ( e si vede).
Il loro amato Ernesto venne personalmente coinvolto in ben 144 esecuzioni sommarie accertate, eseguite da lui stesso in persona.
Le vittime: omosessuali, guerriglieri non motivati, preti e non comunisti.
Perchè se non eri comunista il Che e il suo kompagno Fidel ti facevano fuori, tanto erano paladini della libertà.
Inoltre era ben favorevole ad una guerra NUCLEARE con gli Stati Uniti nonostante sapesse bene che questo avrebbe provocato l’intero sterminio dei suoi amati “fratelli cubani” ( ipocrita come tutti i comunisti).
Nel 1961,infatti, si recò in Unione Sovietica per firmare un accordo militare che prevedeva, tra l’altro, l’installazione di ogive nucleari sul suolo cubano.
Voleva lanciare qualche missile sugli Stati Uniti per provocare una qualche reazione: “Vorrei utilizzare tutti questi missili, puntati contro il cuore degli Stati Uniti, compresa New York”, dichiarò al London Daily Worker, giornale del partito comunista inglese.
Secondo lui la la causa della rivoluzione ben valeva il sacrificio della popolazione cubana: “Cuba è l’esempio tremendo di un popolo disposto all’auto-sacrificio nucleare, perché le sue ceneri possano servire da fondamento per una nuova società” – dichiarò.
Chissà cosa ne pensavano i cubani….
Pare che non ne sapessero nulla di questo scellerato piano!
Ovviamente i sacrificati sarebbero stati SOLO i cittadini del popolo, perchè Guevara, Fidel e Raul Castro avevano già preso contatti con l’ambasciata sovietica per ottenere asilo nel bunker antiatomico sotto l’ambasciata…
Vigliacco all’infinito! Guerrigliero con la vita degli altri! Come tutti i comunisti del resto, lo vediamo ogni giorno.
Fu anche il promotore di campi di lavoro forzato, o campi di concentramento, a Cuba per “rieducare” i giovani al comunismo, cioè inculcarglielo con torture e violenze, pena la morte.
Sappiate che in quei campi ci finirono anche donne e bambini.
Il primo creato dall’Ernesto in persona fu quello di Guanahacabibes, destinato a “rieducare” le persone che non gradivano tanto la sua rivoluzione.
“A Guanahacabibes inviamo coloro che non devono stare in prigione, coloro che hanno commesso reati contro la morale rivoluzionaria, sia gravi che lievi” – affermava il Che in una riunione del Ministero dell’Industria nel 1962.
Su esempio di questo lager vennero creati gli Umap, Unidades Militares de Ayuda a la Producciòn che potevano contenere oltre 30.000 prigionieri.
In un rapporto del 1967 della Commissione Interamericana dei Diritti Umani si legge:
“I giovani sono reclutati a forza dalla Polizia e rinchiusi in questi campi di lavoro, senza nessun tipo di processo giudiziario né diritto alla difesa. (…) Questo sistema svolge due funzioni: a) facilitare manodopera gratuita allo Stato; b) castigare i giovani che si rifiutano di partecipare alle organizzazioni comuniste” .
Numerose persone furono arrestate e deportate nelle UMAP a causa della loro omosessualità. Gli omosessuali, infatti, erano fortemente disprezzati dall’ideologia castrista perchè considerati “espressione dei vaolori decadenti della società borghese”, e appellati con il dispregiativo di maricones ( froci o finocchi per intenderci).
Già nel 1963 gli omosessuali vennero perseguitati prima dell’invenzione degli Umap con una campagna governativa chiamata Operazione P ( cioè prostitute, protettori e pederasti): il governo individuava gli omosessuali,che per loro erano tutti tassativamente pedofili, li arrestava e li rinchiudeva in carcere con indosso un’uniforme su cui capeggiava una gigantesca P.
Altri gruppi di persone finirono nei campi di concentramento del Che:
- cattolici, testimoni di Geova, evangelisti, avventisti e praticanti delle religioni cubane;
- persone classificate come parassiti o “elementi anti-sociali”: prostitute, barboni, tossicodipendenti, chi ascoltava il rock e roll e tutti coloro che venivano considerati socialmente inutili;
- dissidenti, controrivoluzionari, cittadini non “entusiasti” della rivoluzione socialista, soggetti che non si piegavano alle regole del lavoro, individui che esprimevano le loro opinioni sul governo o in generale nemici della società.
Nel 1965 si contavano già 45.000 prigionieri e tutti avevano subito torture: tra le preferite ideate dal Che in persona c’erano le scariche elettriche sui testicoli, per i maschi.
Come ennesima presa per i fondelli all’ingresso del campo di prigionia cubano a Cayo Diego Perez campeggiava la scritta “El trabajo los harà hombres” (cioè “Il lavoro li renderà uomini”). Avrà copiato quello di Auswitzch?
Numerose testimonianze raccontano di come il Che fosse solito dilettarsi nello sparare in testa al prigioniero omosessuale, ovviamente ben legato ( si sa mai…).
Tra i suoi massacri in prima persona ricordiamo anche le decine di vittime CIVILI nella città di Santa Clara, invasa nel 1958 dalle truppe rivoluzionarie al suo comando.
Divenuto Procuratore del Tribunal Revolucionario di stanza al Forte La Cabaña, nel solo anno 1959, ordinò l’esecuzione di 104 dissidenti, anche se testimoni parlano di 800 esecuzioni.
“Non possiamo ritardare la sentenza —diceva il Che ai suoi collaboratori — Siamo in rivoluzione. Le prove sono secondarie”.
Nel suo Diario dalla motocicletta, nel 1952, scriveva:
“Bagnerò la mia arma nel sangue e, pazzo di furore, taglierò la gola a qualsiasi nemico che mi capiti fra le mani. Sento le mie narici dilatarsi con l’acre odore della polvere da sparo e del sangue dei nemici morti”.
E nel suo discroso all’Assemblea Generale dell’ONU, il 12 dicembre 1964, dichiarò: “Fucilazioni? Certo! Noi abbiamo fucilato, fuciliamo, e continueremo a fucilare finché sarà necessario. La nostra lotta è fino alla morte!”.
Ricordiamo anche, sempre per i trinariciuti ignoranti, che prima della rivoluzione Cuba era un’isola piena di cultura!
Nel 1950 contava 1.700 scuole private e 22.000 pubbliche: il più alto indice di scolarità nell’America Latina. Il 23% del bilancio era speso nell’educazione. Nel 95% delle abitazioni c’era una radio, attraverso cui ci si poteva sintonizzare su oltre 140 canali. Il Paese contava ben sette case discografiche, alcune multinazionali, 600 cinema e 15mila juke box.
Parecchi artisti cubani erano diventati star di Brodway e le tv americane trasmettevano in diretta da Cuba; il turismo era alle stelle e i cubani potevano tranquillamente andare in America serviti da ventotto voli giornalieri e quattro traghetti navetta.
L’economia volava anche lei:gli investimenti cubani negli Stati Uniti, alla vigilia della rivoluzione, superavano il mezzo miliardo di dollari.
Poi arrivò la rivoluzione e il cancro comunista: quasi tutti gli artisti cubani furono costretti all’esilio, fu impedito l’ingresso agli artisti stranieri, le musiche e le mode americana ed europea furono messe al bando perchè giudicate imperialiste.
Come scritto prima si finiva in un campo di concentramento solo per il fatto di ascoltare rock ‘n roll in casa propria, oppure indossare jeans o utilizzare vocaboli anglosassoni. Cominciarono a dare la caccia per le strade ai ragazzi con i capelli lunghi e troppo moderni per il regime. I cinema vennero chiusi tutti tranne uno, rigorosamente sotto regime ( capite perchè ai comunisti piacciono gli integralisti islamici? Sono praticamente UGUALI!).
Ovviamente il Che era il principale istigatore di questa repressione:
“Ho giurato davanti al ritratto del vecchio compagno Stalin di non mollare fino a quando non avrò annientato questi polipi capitalisti – dichiarava, affermando che:
“per costruire il comunismo occorre creare l’uomo nuovo” .
Si, lo schiavo!
L’unica musica permessa ai giovani erano “i cantici rivoluzionari” e l’Ernesto sottolineava loro che dovevano “concentrarsi sul lavoro, sullo studio e sul fucile (…) abituandosi a pensare e agire come una massa, seguendo le iniziative (…) dei nostri capi supremi” .
Già: massa erano e massa sono rimasti…..
intanto adesso Cuba è un paese arretrato, con scarsissima o nulla tecnologia, povertà quasi assoluta e la cultura, poca, in mano al regime.
Ad esempio in ambito artistico ogni cosa deve prima avere l’approvazione del regime prima di essere esposta ad una mostra, idem i film al cinema, tra i quali non figurano i film americani,ma il governo finanzia cineasti del posto dopo averli sottoposti al suo rigido esame.
Come ultima cosa riporto alcuni stralci dei Testi Politici di Guevara: chissà se qualche trinariciuto che sventola la sua maglietta li avrà mai letti:
— “L’odio come fattore di lotta. L’odio intransigente contro il nemico, che permette all’uomo di superare i suoi limiti naturali e lo trasforma in una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così: un popolo senza odio non può distruggere un nemico brutale. Bisogna portare la guerra fin dove il nemico la porta: nelle sue case, nei suoi luoghi di divertimento. Renderla totale”.
— “Amo l’odio, bisogna creare l’odio e l’intolleranza tra gli uomini, perché questo rende gli uomini freddi e selettivi e li trasforma in perfette macchine per uccidere”.
— “La via pacifica è da scordare e la violenza è inevitabile. Per la realizzazione di regimi socialisti dovranno scorrere fiumi di sangue nel segno della liberazione, anche a costo di vittime atomiche”.
Bel paladino amate, complimenti!
Ricordo anche a tutti che morì implorando pietà! Non certo come un eroe come tutti gli ignoranti propagandistici rossi vogliono far credere!
Anche Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega Nord, fa notare «come questo eroe della libertà, da medico illuminato, si dilettasse ad infliggere scariche elettriche ai testicoli degli omosessuali rinchiusi nel lager cubani del suo compagno di merende Fidel. All’entrata dei lager era stato scritto Il lavoro vi farà uomini». Se Che Guevara fu un’anima battagliera per molti, per nessuno può essere considerato uno spirito libero.