Il misterioso libro di Dzyan

Il Libro di Dzyan è uno dei più misteriosi e antichi libri dell’umanità, se non il più antico, considerato addirittura maledetto, custode della dottrina di una sapienza segretissima.
Secondo alcuni studiosi sarebbe una sorta di oggetto magico il cui contenuto verrebbe captato telepaticamente e intuitivamente, con il contatto con la mano sinistra, quella del cuore, solamente da coloro la cui mente e cuore siano liberi da desideri impuri e da secondi fini che non siano la conoscenza e il bene.
E’ spesso menzionato in diverse antiche tradizioni, ma di fatto nessuno al mondo lo avrebbe mai visto fisicamente al di fuori di Helena Blavatsky, (Ekaterinoslav, 12 agosto 1831 – Londra, 8 maggio 1891), filosofa, teosofa, studiosa e medium sensitiva russo-statunitense, fondatrice della Società Teosofica e autrice di testi esoterici come Iside svelata, La dottrina segreta e Le Stanze di Dzyan, tratto appunto dall’interpretazione dell’iconologia dell’antico libro.
Trasferitasi al Cairo Helena andò a convivere  con un mago di origine copta che le rivelò l’esistenza di un libro dai poteri pericolosi sonosciuto ai più.
In seguito Helena Blavatsky sostenne di averlo visionato, nel 1868, in un monastero buddhista a Lhasa, nel Tibet ( scampato al diluvio universale grazie alla sua altitudine), dove viene segretamente e gelosamente custodito tutt’ora, e di averne potuto prendere visione e scriverne.
In Tibet la Blavatsky avrebbe anche avuto contatti con i Maestri della Fratellanza Bianca, un’antichissima associazione iniziatica famosa sia in occidente che in oriente, che le avrebbero rivelato una conoscenza esoterica segreta di cui lei fa riferimento in alcune sue opere, e che poi trasmise integralmente ai più alti gradi della sua Società Teosofica.
Per lei la Fratellanza Bianca avrebbe rivelato , nel corso dei millenni, delle verità in suo possesso conformi alla evoluzione spirituale umana in determinate fasi della storia.
Provabilmente il Libro di Dzyan è una di queste verità.
Secondo la sua testimonianza il Libro, il cui nome deriverebbe da Dhyâni, Dei del Cielo, è di dimensioni colossali e pesantissimo, chiuso nella tipica maniera tibetana tra due spesse tavole d’oro finemente cesellate.
E’ scritto in una lingua pre ariana che oggi non esiste più: la Senzar.
I suoi caratteri sono impressi su semplici foglie di palma annerite e con caratteri d’oro zecchino,  inalterabili al fuoco, all’aria e all’acqua da qualche misterioso processo chimico.
L’argomento trattato sarebbe la Cosmogenesi e l’evoluzione dell’uomo fino allo sprofondamento della città di Atlantide e della sua conseguente fine.
E, secondo la sua opinione, sarebbero stati proprio gli abitanti di Atlantide, considerati la Quarta Razza creata sul nostro pianeta da extraterrestri, a dettarlo per i posteri.
Secondo il Libro, infatti, sarebbero diverse le razze create dagli alieni: ben cinque.
E la nostra risulterebbe essere l’ultima.
Nel libro si farebbe riferimento a diverse specie di Creatori, su cui una spiccava su tutte. Essi, avvalendosi di un’avanzatissima specie di ingegneria genetica, modificarono più e più volte i corpi fisici e le entità spirituali, o anime, ricercando la perfezione che li contraddistingue.
I primi abitanti della Terra furono i discendenti diretti degli Uomini del Cielo, o Celesti o Pirtris, provenienti nientemeno che dalla Luna.
Ma si trovano anche i “Re del Sole seduti su troni celesti”.
Helena Blavatsky ha interpretato così il  contenuto visionato nel suo libro Le stanze di Dzyan pubblicato nel 1888:
divide il testo in due parti: Evoluzione cosmica, composta di sette capitoli chiamati poi Stanze dalla studiosa, e 53 capoversi, e Antropogenesi, composta da 12 Stanze e 49 capoversi.
Nell’Antropogenesi  descrive la discesa di Esseri Divini dallo spazio cosmico sulla Terra, e i loro tentativi di creare una razza simile alla loro che potesse popolare il pianeta.
Come già scritto la Prima Razza fu quella dei Celesti stessi che giunsero sulla Terra dopo che questa aveva subìto una catastrofe mostruosa in cui avevano preso vita creature mostruose.

“La ruota girò per trenta crore ancora… dopo trenta crore si rivolse… essa creò dal proprio grembo. Sviluppò uomini acquatici terribili e malvagi… I Dhyâni vennero e guardarono. I Dhyâni vennero dal lucente padre-madre, dalle regioni bianco latte, dalle dimore dei mortali immortali… essi furono malcontenti… non Rûpa adatti per i nostri fratelli del quinto. Non dimore per le vite… e le fiamme vennero. I fuochi con le scintille… I Lhâ dall’alto ed i Lhâmayn dal basso vennero. Essi uccisero le forme che avevano due e quattro facce. Combatterono contro uomini-capra e contro uomini dal capo di cane e contro gli uomini dal corpo di pesce” (Stanza II-6).

Dopo i primi tentativi di incroci con animali i Creatori decisero quindi di distruggere questi orribili e dannosi loro primi esperimenti di creazione.
Quindi creaorono una Seconda Razza con esseri appartenenti ad un pianeta giallo e un pianeta bianco.
Ma nemmeno questi ebbero molto successo.
Passarono quindi a plasmare la Terza Razza.

“Il bianco cigno della volta stellata adombrò la grande goccia. L’uovo della Razza futura, l’uomo-cigno della Terza che venne più tardi. Prima maschio-femmina, poi uomo e donna…” (Stanza VI-22).

La Terza Razza fu quindi chiamata Razza Cigno dalla costellazione visibile dalla Terra in quel momento, ed erano esseri strambi, non ben definiti e diversificati, che poi vennero divisi in Femminili e Maschili:

“Gli animali si separarono per primi; essi cominciarono a far Razza. L’uomo duplice si separò pure. Egli disse: ‘Facciamo come loro, uniamoci e formiamo delle creature’. E così fecero… e generarono dei mostri. Una Razza di mostri deformi coperti di pelo rosso, che camminavano a quattro zampe. Una Razza muta perché l’onta non fosse narrata” (Stanza VIII, 31-32).

Secondo qualche studioso i famosi Bigfoot sarebbero i discendenti di questi esperimenti.

Manipolando ulteriormente il DNA i Creatori definirono meglio la Terza e la Quarta Razza che cominciarono ad accoppiarsi e a popolare il pianeta.
Siccome nemmeno la Razza Cigno soddisfaceva appieno gli alieni, decisero di intervenire ulteriormente grazie alle loro conoscenze di ingegneria genetica e crearono la Quarta Razza:

“Vedendo la qual cosa i Lhâ, che non avevano costruito uomini, piansero dicendo: ‘Gli Amanâsa hanno disonorato le nostre future dimore…insegniamo loro meglio perché di peggio non avvenga…’; Così fecero. Allora tutti gli uomini divennero dotati di manas… La quarta razza sviluppò la parola” (Stanza IX, 33-34-35-36).

Alla Quarta Razza, che era praticamente l’unione tra elementi della Terza Razza primitiva con quelli  della Terza Razza modificata, diedero quindi l’uso della parola che li portò ad una forma di intelligenza che però risultò cattiva, maligna, tipicamente umana:

“La Terza e la Quarta divennero gonfie di orgoglio: ‘Noi siamo i re, noi siamo gli dei’. Essi presero mogli belle a vedere. Mogli dai senza-mente, da quelli dal capo schiacciato: essi generarono dei mostri, demoni malvagi maschi e femmine, anche Khado, con piccole menti…” 
 (Stanza X, 40-41).

Erano infine degli involuti sia a livello fisico che mentale che usavano il dono della ragione per scopi malefici e per adorare falsi dei dimenticandosi dei loro veri Creatori:

“Eressero templi al corpo umano. Essi adorarono il maschio e la femmina. Allora il terzo occhio cessò di funzionare…” 
(Stanza X, 42).

“Essi fabbricarono immense città. Fabbricarono con terre e metalli rari dei fuochi vomitati, della pietra bianca delle montagne e della pietra nera. Essi scolpirono le proprie immagini, della propria grandezza e somiglianza e le adorarono. Essi fabbricarono grandi immagini, grandi nove yati, statura del loro corpo…” (Stanza XI, 43-44).

La Quarta Razza venne chiamata Razza dei Giganti e si riferisce agli abitanti di Atlantide, gli Atlantidi, dal leggendario dio Atlante, un gigante, primo re dell’isola secondo Platone, e raffigurati spesso come ciclopi, anche loro giganti, il cui unico occhio rappresentava il terzo occhio divino.
Atlantide, come racconta il mito menzionato per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia nel IV secolo a.C., conobbe un’età d’oro, ma poi sprofondò nella corruzione dell’anima e cominciò a inseguire i beni materiali ed il potere.
Secondo Platone era la perfetta antitesi dell’armonia di Atene.
Si combatterono sanguinose guerre fratricide finchè un’arma potentissima, inizialmente destinata a ben altri usi, arrivò quasi a distruggere l’intero pianeta.
Poi “la Terra si capovolse” i poli s’invertirono forse a causa di un potentisimo terremoto, che diede luogo alla formazione dei continenti, o alla caduta di un asteroide che divise la Terra, e Atlantide sprofondò per sempre negli abissi.

“L’acqua minacciava la Quarta. Le prime grandi acque venero. Esse inghiottirono le sette grandi isole. Tutti i santi salvati, gli empi distrutti. Con questi, molti degli animali colossali prodotti dal sudore della terra…” (Stanza XI, 45-46).

“Pochi furono i superstiti. Alcuni fra i gialli, alcuni fra i bruni e i neri, alcuni fra i rossi rimasero. Quelli del colore della Luna erano partiti per sempre”.
“La Quinta prodotta dal gregge santo, restò; essa fu governata dai primi Re Divini. I Serpenti che ridiscesero, che fecero pace con la Quinta, la istruirono e guidarono”.
(Stanza XII, 48-49).

 

Nasce, quindi, la Quinta ed ultima Razza: la nostra.
Non creata dall’ingegneria genetica aliena ma sopravvissuta alla fine del mondo, forse incrociata con i Creatori stessi, stanchi di veder continuamente nascere dei fallimenti.
Ma, secondo me, non hanno avuto un gran successo nemmeno questa volta: basta guardarsi intorno….
Diciamo che la Quinta Razza è identica alla Quarta! Aspettiamo solamente che un’arma ridistrugga tutto un’altra volta.
Suggerisco agli eventuali Creatori extraterrestri di lasciar perdere certi esperimenti e di lasciare su questo pianeta solamente chi merita, chi vive in perfetta armonia e non crea danni: cioè gli animali.
Io ho riassunto il bellissimo libro di Helena Blavatsky in pochissime parole, ma consiglio a tutti di leggerlo e di integrarlo con gli altri suoi libri perchè meritano davvero.
Che si creda alla sua versione della creazione oppure no.

 

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45 pensieri su “Il misterioso libro di Dzyan

  1. Grazie per l’ottima dritta Indi. Per quanto concerne il prossimo esperimento “creativo” appoggio in toto il tuo suggerimento agli extraterrestri. Dal secolo scorso ho questo pensiero nella mente, e si rafforza sempre di più osservando l’umanità come la osservi tu. 😉

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  2. Abbastanza visionario, ma poi magari tra qualche secolo si scopre un fondo di verità scientifico o storico in tutto questo.

    Io propendo per l’evoluzione darwiniana, se proprio.

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  3. Oooopst! Wow! :):)

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  4. Paroledipaola

    Non saprei….. è già tanto se riesco a concepire da dove non arrivo io….😁😁😃😃😃

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  5. Mi hai intrigato e mi son messa a cercare nel web.
    Lo sai che ho scoperto?
    Che lei conobbe Garibaldi, partecipò alle battaglie di Monterotondo e di Mentana dove venne trafitta da due pallottole al torace. Creduta morta, venne gettata in una fossa comune.
    Credi sia una informazione fantasiosa?

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  6. GengisJokerBaneKhan

    I giganti… la mia specie! 😉

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  7. GengisJokerBaneKhan

    Sui vari miti ci sono sempre tante versioni, per esempio: Atlante è il titano condannato a sorreggere il Mondo.
    Altra tesi interessante sulla crezione è la Teogonia di Esiodo.

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  8. Silvia

    Interessantissimo, non sapevo di questo libro ma mi documenterò, mi intriga moltissimo 😉

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  9. Ma allora, i piddioti… che razza sono? Faranno mica parte di un altro esperimento fallito? 😛 Ciaooooo

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  10. Ben

    Una storia davvero suggestiva… Sapientemente riportata. Potrebbe ispirare qualche bravo romanziere con il gusto della letteratura fantascientifica. Concordo sulla possibilità di lasciare sulla Terra gli animali, quindi anche una buona parte degli uomini, quadrupedi o bipedi poco importa, alcuni sono capaci di cose terribili, altri possono esprimere la meraviglia e la gioia dell’esistenza…

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  11. Interessante, non conoscevo questo libro…pero sono un po’ scettico e su Bigfoot e extraterrestri …stare con i piedi sulla terra e la testa sulle spalle…

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    • Sicuramente esistono altre forme di vita nell’universo,non siamo mica gli unici. Che abbiano messo piede anche qui non saprei. Sul bigfoot:ogni giorno vengono scoperti nuovi animali mai visti prima….Tutto é possibile 😄

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      • 1) Sicuramente non siamo soli nell’universo!!!…ma mi sembra assurdo che i marziani giochino a nascondino a bordo di astronavi con il profilo di pentole a pressione! E si faccino immortalare solo su foto sbiadite e filmati di dubbia origine…
        2) Quello che chiamato Jeti in Nepal (Bigfoot in U.SA) e’ una specie di orso di circa 1.80 cm che ha la particolarita di vivere in montagna in alta quota e di state sulle zampe posteriori spesso, quindi viene scambiato per un ominide…le spedizioni di alpinisti lo conoscono bene!!

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      • Sicuramente i non terrestri non sono quelli che ci propinano i media. Credo che se avessero la tecnologia per viaggiare anni luce nello spazio non si farebbero alcun problema a mostrarsi e anche a farci un c…. così! Certamente ci saranno milioni e milioni di pianeti abitati in tutto l’universo:bisogna vedere in quanti vanno oltre la propria galassia. Sullo yeti io continuo a crederci

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    • L’avevo letto,ma ho i miei forti dubbi! Purtroppo gli scienziati spesso sparano grosse cazzate (e te lo dico da laureata in Scienze Naturali): basta pensare che fino a poco tempo fa alcuni di loro sostenevano che gli animali non provassero dolore e che la loro non fisse intelligenza ma intuito! Smentiti e rismentiti più volte,gli ignoranti.

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