Quando brucia la Storia

Sono ormai ore che le fiamme stanno distruggendo il patrimonio ambientale e storico del  Monte Giano, situato tra Lazio e Abruzzo, in provincia di Rieti, e con lui è andato in fumo un pezzo della storia d’Italia: oltre ad una pineta di 8.000 ettari sono bruciati i 20.000 bellissimi pini che formavano la scritta Dux,realizzata  nel 1939 dalla Scuola Allievi Guardie Forestali di Cittaducale, in omaggio al Duce d’Italia, Benito Mussolini,  visibile anche da Roma.
Nonchè casa di moltissimi animali che provabilmente ora saranno morti e dispersi!
Stranamente questo incendio, che ha bruciato proprio quella scritta, è avvenuto dopo i proclami di madame Bodrini che su facebook aveva detto di voler abbattere i monumenti Fascisti perchè qualcuno, magari le mummie dei partigiani comunisti, poteva sentirsi offeso dalla loro presenza. D’altronde anche in Germania è proibito ogni riferimento al nazismo, quindi perchè non diventare ignoranti come i tedeschi e confondere nazismo con Fascismo?
Meglio cancellare la Storia scomoda! Si sa mai che a qualcuno torni nostalgia ( ma
hanno messo il reato anche per la nostalgia, i furboni!).
D’altronde fu proprio della Boldrini la crociata del 2015 per cancellare la scritta Dux al Foro Italico di Roma! E di Fi ano i proclama che vietava fin la vendita del vino con il faccione del Duce sopra e dei suoi calendari ( ma quelli delle culone che offendono la dignità femminile vanno invece benissimo, vero Fi Ano?)
Coincidenza? Mah! Io non voglio certo accusare nessuno.
Ma se le opere del Fascismo danno così fastidio a qualcuno allora riallaghiamo l’Agro Pontino e tiriamo giù le case del Volture, tra tutte le altre!
I diritti dei lavoratori, dei disabili, degli invalidi e dei cittadini garantiti dal Duce ce li hanno già cancellati!
Fatto sta che quella scritta dava fastidio ai molti ignoranti che infestano l’Italia, gli stessi ignoranti che ipocritamente, magari non lo sanno, neanche vista la mente priva d’intelletto e conoscenza, camminano sui tombini con inciso sopra il Fascio, usufruiscono di servizi che senza il Duce non avrebbero.
Tanto che ci sono, visto che è già passato un anno dal terribile terremoto ha devastato l’area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, cancellando praticamente Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, e che le popolazioni colpite non hanno ancora avuto una casa ( molti vivono ancora in tende mentre gli altri si sono arrangiati come hanno potuto), mentre lo stato si occupa di immigrati clandestini tra cui, come si è visto, si nascondono terroristi islamici, ricordiamo cosa accadde nel 1930.
Nel Luglio 1930 a Vulture, sempre sugli appennini, un terremoto superiore a quello dell’anno scorso uccise ben 1404 persone tra Basilicata, Campania e Puglia, e
causò danni in 50 comuni di 7 province, in particolare Potenza, Matera, Benevento, Avellino e Foggia.
Il Duce Benito Mussolini, appena saputo del disastro, convocò immediatamente Araldo di Crollalanza,allora ministro dei Lavori Pubblici, famoso per la bonifica dell’Agro Pontino,
e gli affidò in toto l’opera di soccorso e ricostruzione(a lui sono dedicate vie e piazze nell’Agro Pontino e in Puglia).
Il ministro dispose in poche ore il trasferimento di tutti gli uffici del Genio Civile, del personale tecnico, nella zona, come previsto dal piano di intervento e dalle tabelle di mobilitazione che venivano periodicamente aggiornate.
Inoltre nella stazione di Roma era sempre disponibile un treno speciale con materiale di pronto intervento per soccorrere le popolazioni colpite dal sisma.
Araldo di Crollalanza, divenuto poi membro parlamentare del Movimento Sociale Italiano, visse da qual momento sul treno, sempre pronto, sempre a disposizione dei terremotati, e si spostava da una stazione all’altra per seguire in prima persona le opere di ricostruzione.
I lavori iniziarono immediatamente, e il 20 Ottobre 1930, a soli tre mesi dal sisma, le prime case  vennero consegnate alle popolazioni della Campania, della Lucania e della Puglia. Furono costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni.
Queste le parole del Duce per il suo ministro:
 «Lo Stato italiano La ringrazia non per aver ricostruito in pochi mesi perché era Suo preciso dovere, ma la ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario 500 mila lire».
Le case Fasciste resistettero al terremoto dell’Irpinia, che colpì le stesse zone 50 anni dopo…..E, toh, sono ancora lì!
Adesso casacano con terremoti praticamente irrisori! Materiale scadente, abusi edilizi….
Chissà perchè ai tempi del Duce non c’erano! Infatti le sue opere sono ancora tutte intatte, finchè qualcuno non le distrugge.
Proviamo a pensare le differenze con il governo “democratico” di oggi…..
Nel 1930 lo Stato c’era. Adesso non c’è più per gli Italiani.
Distruggere i monumenti di quell’epoca è da vili ignoranti cagasotto!
Alberto Guerrieri, il sindaco di Antrodoco, il comune alle pendici del Monte Giano, così commenta l’incendio:
” Sono distrutto, mai avrei pensato di vivere da Sindaco l’incendio del DUX.
Un pezzo importante della nostra identità è andato in fumo tra la felicità di alcuni, quelli che telefonano in comune chiedendomi di vergognarmi perché manteniamo un’opera del genere, gli stessi che nella loro ipocrisia, nelle loro città passeggiano sui tombini con sopra stampato il fascio, gli stessi che vivono in palazzi razionalisti, gli stessi che comodamente bevono acqua e consumano energia idroelettrica prodotta proprio nei nostri territori grazie alle opere costruite 80 anni fa, oggi saranno contenti.
Io no, non sono contento, sconfitto nella battaglia per difendere un monumento nazionale, il frutto del lavoro di tanta gente della mia terra, un’opera di ingegneria ambientale notevole, un’opera che difendeva il mio paese dal rischio idrogeologico.
Ho dato tutto quello che potevo, mi sono rivolto a tutti, anche alle minoranze, anche ai corpi che non esistono più, ho vegliato la notte insieme ai vigili del fuoco, mi sono continuamente coordinato con la prefettura, con la protezione civile e ho chiesto di essere informato di ogni cambiamento.
Non cerco giustificazioni: constato solo l’inadeguatezza del sistema, l’ho già detto di fronte ad eventi eccezionali servono impegni eccezionali. Impegni che ho trovato nelle persone che con me si sono confrontate ma che si trovano ad usare strumenti ordinari.
La flotta dei mezzi aerei non basta, gli uomini non bastano, gli strumenti di cui sono dotati non bastano, l’estate non è finita e io non posso essere ogni giorno messo di fronte alla scelta “se vengo da te devo abbandonare le case che possono bruciare” come non posso chiedere di tenere fermo un mezzo aereo a fare
sorveglianza quando solo in provincia di Rieti ci sono 14 incendi da domare.
Mi sono ben guardato dall’incoraggiare qualcuno a salire su: per la rapidità con cui sono evolute le fiamme tutti avrebbero realmente rischiato la loro vita.
Ora che fare? Bene, dopo un primo smarrimento ora subentra la razionalità: l’incendio non è finito: forse ancora più importante della pineta sono le faggete secolari che la circondano anche quelle ora sono a rischio.
Che cosa chiedo: più mezzi, più uomini e più strumenti, non per Antrodoco ma per l’Italia che non merita tutto questo: non li abbiamo noi? si chiedano agli altri paesi europei.
Poi se questo è il modello di protezione che ci siamo dati con i soli vigili del fuoco che possono intervenire e devono rimanere nei limiti di azione dei loro mezzi, noi abbiamo assoluto bisogno di strade tagliafuoco in montagna, quindi cambiamo questa legislazione assurda che vincola oltremodo tutto il territorio.
Infine, Antrodoco ora è a rischio idrogeologico molto più di prima, serve immediatamente un’altra pineta che trattenga le acque di scolo durante l’inverno come serve immediatamente una verifica della stabilità dei pendii e delle rocce.
Un appello poi a moderare i toni anche e soprattutto su chi oggi porta il peso di quanto accaduto, a prescindere da quello che accadrà nei tribunali, non chiedo comprensione ma vicinanza ed umanità.
Domani alle ore 19 in sede ci sarà un consiglio comunale straordinario sull’argomento.”

 Beh, sindaco, se nel 1930 si sono costruite dalle macerie 3.746 case e ricostruite
5.190, oltre a tutte le innumerevoli altre opere ambientali e civili, nel 2017 si può ben ricotruire una pineta con la scritta DUX. Magari ancora più grande! O i nostri ingegneri moderni valgono meno di quelli del secolo scorso?

 Se poi saltasse fuori che l’incendio è doloso, i lavori li pagherebbero i criminali!
Con buona pace dei kompagni.