Il nuovo “gioco” mortale

Di quanto sia pericolosa la rete si parla ogni giorno, almeno io lo faccio con i miei ragazzi a scuola e a casa, e ritengo che il compito principale di ogni buon genitore sia quello di vegliare sui propri figli per proteggerli ( i miei figli il computer non sanno neanche come è fatto).
Noto che molti genitori hanno quasi paura a controllare i propri figli per una stupida paura di violarne la libertà e l’intimità.
Ebbene non c’è nessuna violazione, sappiatelo: i ragazzi VANNO controllati, sempre, qualsiasi cosa facciano, per il loro bene.
E bisogna essere severi, fermi, nell’imporre il rispetto delle regole date.
Finchè sono giovani vanno guidati, tenuti lontani da un mondo vasto e pericoloso come quello di internet in cui sguazzano merde sub umane senza il minimo scrupolo, disturbati mentali e pervertiti il cui unico scopo è fare del male agli altri.
Come quel disturbato mentale di  Philipp Budeikin, un 22enne russo studente di psicologia, che nella sua misera vita non ha trovato niente di meglio da fare che inventarsi un “gioco” il cui unico scopo è la morte: il Blue whale, la Balena azzurra, che ha già portato alla morte 157 adolescenti solo in Russia e che sta prendendo piede anche in Gran Bretagna, Brasile, Spagna, Messico, Francia e sembra anche in Italia dove un quindicenne di Livorno si è lanciato dal 26esimo piano di un palazzo lo scorso Febbraio.
Philipp Budeikin aveva creato un gruppo virtuale di cui era diventato amministratore, protettore e curatore, per adescare ragazzini dai 9 ai 17 anni, di solito con problemi familiari e/o psicologici, allo scopo di  manipolarne le menti facilmente soggiogabili.
Ovviamente nessun ragazzino doveva far sapere ai genitori di essere entrati a far parte di questo “gioco”, pena minacce di morte per lui e per tutta la famiglia, diffamazioni e abusi virtuali su internet.
Il “gioco” consiste in una cinquantina di regole che portano come “sfida” finale il suicidio che deve essere filmato dagli amici come prova.
Le regole durano, appunto, 50 giorni e consistono in cose allucinanti tipo:

1- tagliarsi la mano e inviare la foto al curatore;

2 -alzarsi alle 4.20 del mattino e guardare video psichedelici;

3 – taglairsi il braccio lungo la vena, non troppo in fondo. Fare tre tagli e inviare una foto al curatore;

4 – disegnarsi sul braccio una balena e inviare la foto al curatore;

5 – incidersi “yes” sulla gamba se si è pronti a essere una balena, se no bisogna punirsi con alcuni tagli;

6 – alzarsi alle 4.20 di notte e andare sul tetto di un palazzo molto alto;

7- farsi un taglio sul corpo al giorno;

Si arriva poi a tagliarsi le labbra e procurarsi in qualche modo un fortissimo dolore.
Al 26esimo giorno il curatore comunica al ragazzino il giorno in cui dovrà uccidersi.
Il suicidio dovrà avvenire al 50esimo giorno e il suicida sarà celebrato dagli altri membri del gruppo come un eroe.
Come la ragazzina russa che si è sdraiata sulle rotaie per farsi decapitare da un treno.
Un servizio su questo pericolosissimo “gioco” è stato mandato in onda dalle Iene, che ogni tanto qualcosa di sensato sono capaci di farlo: l’inviato Matteo Viviani ha intervistato due mamme che in Russia hanno perso in questo stupido e assurdo modo le due figlie adolescenti, Diana e Angelina: due ragazzine all’apparenza tranquille e serene, con una vita normalissima.
Solo che avevano incominciato a disegnare balene azzurre dappertutto.
La madre di Diana ha raccontato che sua figlia si è buttata dal nono piano di un condominio.
“Chi l’ha vista dice di averla vista sul cornicione. Sembrava stesse parlando al telefono perché aveva le mani vicino alla faccia e urlava. Ma lei non era al telefono, dal suo cellulare non è arrivata né partita nessuna chiamata in quel momento. Quando si è buttata è caduta sul lato sinistro e le mani sono rimaste sugli occhi, come a coprirli”.
Dopo la morte della figlia, la donna ha scoperto che la ragazza aveva tentato di suicidarsi altre due volte:
“I suoi compagni lo sapevano – aggiunge la donna – ma nessuno diceva niente. Noi non sospettavamo nulla perché Diana si comportava sempre allo stesso modo. Chi gioca con la loro vita gli dà le regole e gli impone di non parlare con nessuno e di cancellare tutte le tracce del loro gioco. Se non lo fanno vengono minacciati e puniti”.

Anche la mamma di Angelina descrive la figlia  come una ragazza normale:
“Aiutava tutti, era felice. Quel maledetto giorno mi disse che andava a scuola. Un’ora dopo mi hanno chiamato e una voce fredda mi ha detto: ‘Sua figlia non c’è più’. Poi mi hanno spiegato tutto”.

Angelina si è buttata dal 14esimo piano di un palazzo. La mamma, raggiunto il corpo straziato della figlia, si è sdraiata accanto e ha iniziato a piangere.
“Non sapevo – confessa in lacrime – se continuare a vivere. Prima di uscire si era comportata come al solito. Non sembrava depressa. Tutti sapevano. Per chi gioca alla Blue whale, quella era la sfida del terzo livello. Con la morte, mia figlia è diventata una leader. In rete le dicevano che aveva vinto. Mia figlia è stata manipolata. Le persone che stanno dietro alla Blue whale dietro manipolano la mente degli adolescenti. Chi cade in questo gioco è una persona normale. Mia figlia non è l’unica vittima”.

“Guardate le pagine e gli amici dei vostri figli su Facebook – è l’appello della madre di una delle vittime della Blue whale -. Guardate anche cosa condividono. State attenti, ma non fate troppe domande. Fateli sentire amati. Questi sono i miei consigli per salvare i vostri figli da questo ‘gioco’”.
Addirittura c’era chi controllava il profilo facebook di una di loro a 3000 km di distanza, scrivendoci sopra dopo che la ragazzina si era già uccisa gettandosi da un lato palazzo.
Uno psicologo a Matteo Viviani che  chi arriva all’ultimo giorno viene celebrato dagli altri membri della comunità come un eroe.
“Questo – ha spiegato l’esperto a Matteo Viviani – è un modo per fare il lavaggio del cervello dei giovani. Chi partecipa al “gioco” non deve dire nulla ai genitori né lasciare tracce in giro. I curatori hanno studiato il modo per condizionare le loro menti e la morte è l’unica soluzione per porre fine al Blue whale. I tutor per portare al suicidio inviano video satanici, suicidi, morti violente ai partecipanti in modo da condizionare le loro menti. I ragazzi che entrano a far parte di questa comunità perversa hanno tra i 9 e i 17 anni.”.
Philipp Budekin è stato alla fine arrestato, ma non si è dimostrato affatto pentito per quello che ha fatto, anzi: ha candidamente dichiarato:
«Non sono pentito di ciò che ho fatto, anzi. Un giorno capirete tutti e mi ringrazierete.
Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società.
Ho fatto morire quelle adolescenti, ma erano felici di farlo. Per la prima volta avevo dato loro tutto quello che non avevano avuto nelle loro vite: calore, comprensione, importanza».

Direi che lo scarto biologico è proprio lui e  tutte quelle cretine che gli mandano ogni giorno lettere d’amore nel carcere di S. Pietroburgo.
Mi raccomando: non abbiate mai paura di essere troppo invadenti e di stare troppo addosso ai vostri figli! Non fatevi abbindolare dalle propagande stupide di una certa sinistra che vuole tutti liberi di drogarsi, stare ore sui social, l’amore libero e soprattutto che  cerca di minare la famiglia come istituzione e ideale.
La famiglia deve restare un punto fermo nella vita di tutti! E deve restare unita, ferma sulla propria educazione, deve vigilare per poter proteggere i figli dai mostri che sempre di più si trovano in giro.

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28 pensieri su “Il nuovo “gioco” mortale

  1. Un gruppo di deficienti.
    Peccato però che alla fine le menti manipolate ci lasciassero le penne.
    Mi sembra tutto troppo assurdo.

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    • Purtroppo bambini e adolescenti sono spesso molto fragili e poco seguiti dai genitori,troppo impegnati con le loro vite e il loro lavoro per occuparsi dei figli. Se non li segui attentamente non riesci a cogliere le varie sfumature e a intervenire per tempo.

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  2. Quando ho visto il servizio alle Iene, sono rimasta letteralmente sconvolta. La colpa di tutto questo, oltre che a darla alla società e a tutta la tecnologia arrivata quasi di colpo, mi dispiace dirlo ma la do ai genitori e posso assicurarti, che i primi a fare un uso sbagliato dei social, sono proprio loro! Io non sono una mamma e dovrei essere l’ultima a giudicare, ma essendo un’animatrice, mi ritrovo tutti i giorni a stare a contatto sia con i bambini che con i genitori stessi. Spesso gli adulti, presi dal loro lavoro e dalla loro vita sempre più frenetica e piena di problemi, pur di stare tranquilli e rilassarsi una volta tornati a casa, preferiscono mettere il figlio davanti al pc o al tablet. Ho visto bambini di 4 anni utilizzare il tablet meglio di me e preferiscono comprargli il cellulare a 9 anni perchè tutti gli amici ce l’hanno e non vogliono che il figlio venga emarginato per questo. Ho partecipato a feste di compleanno e comunioni dove tutti i bambini e dico tutti, non staccavano mai le mani dal cellulare, impedendomi di fare animazione. Quando facevo notare la cosa ai genitori , l’unica risposta che mi davano era “vabbè dai, sono bambini, guardali al limite”. Ci sono bambini di 10 anni che fanno video su youtube e i genitori non dicono nulla! per me tutto questo è allucinante! Quando succedono queste disgrazie, poi piangono dicendo “io non ho notato nulla, era un bambino solare e sereno” io vorrei rispondergli invece dicendo “come fai a sapere che tuo figlio era un bambino solare e sereno, se la maggior parte del suo tempo lo passava davanti ad un pc e tu non gli dedicavi 10 minuti della tua giornata libera?!” So di essere cruda e forse anche cattiva e spero che il mio pensiero non venga interpretato in maniera sbagliata, ma i genitori secondo me, devono imparare di nuovo a fare i genitori, non mettendo i figli in una campana di vetro solo quando vengono rimproverati dalle maestre andando poi il giorno dopo a scuola con aria minacciosa, perchè la maestra non si doveva permettere di rimproverare il figlio! Tutto questo è un argomento che mi ha toccato talmente tanto, da aver contattato anche la trasmissione “Quarto grado” pur di fare informazione e cercare di mettere il più possibile i genitori in guardia da tutto questo.

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    • Io sono pienamente d’accordo con te! Anch’io sono mamma,sono insegnante alle superiori (ma prima anch’io ho fatto l’animatrice e ho insegnato alle elementari e alle materne) e vedo bene quanto i ragazzi siano schiavi dei social e cazzate varie. I miei bambini sono ancora piccoli,il più grande ha 7 anni,ma computer e telefonino non sanno nemmeno cosa siano. E non li sapranno da un bel po’. Nemmeno io sono su nessun social:ho solo questo blog su cui scrivo a tempo perso per condividere notizie e pensieri. Hai fatto benissimo a contattare Quarto grado:c’è troppo lassismo in giro,genitori troppo impegnati e distratti. Mai abbassare la guardia! Ne va della vita delle generazioni future

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  3. Direi che la cosa veramente atroce è pensare che un ragazzino di 12 o 14 anni senta il bisogno di mettere fine ad una vita che ha appena iniziato ad assaggiare.
    Che i giovani siano incredibilmente fragili è un dato di fatto, ma penso che non si debba per questo abbassare la guardia, ma anzi bisogna assolutamente prendere di nuovo in mano le redini della famiglia ed iniziare ad essere più genitori, e meno “amici”.
    Tutti abbiamo sbuffato o litigato per le regole da seguire e le imposizioni serrate, ma a distanza di anni penso che in pochi possiamo smentirne l’utilità….

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    • Hai detto bene: genitori non amici! Il genitore non è un amico,ma una guida,una protezione,un rifugio,un punto fermo nella nostra vita. E DEVE dare delle regole e dei NO. I figli vanno responsabilizzati ed educati al rispetto e all’amore per il dono della vita,propria e di tutti gli esseri viventi

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  4. Roba che nemmeno i pazzi sono in grado di inventare! Questo è diabolico! Mi è venuta la pelle d’oca… Fare figli è fin troppo facile, poi arrivano i veri guai…

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    • Quello del genitore é il mestiere più difficile del mondo. Ai figli bisogna dedicare tutto il tempo e tutte le attenzioni,non i ritagli. E sorvegliarli sempre,ovunque,con discrezione ovviamente,ma mai abbassate la guardia

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      • E se uno lavora tutto il giorno? Ora purtroppo (non so se per fortuna) anche le mamme lavorano e lavorano tanto. In Germania le mamme si portano i figli piccolissimi a lavoro, e li allattano sul posto di lavoro, interrompendo la loro attività. Qui in Italia bisognerebbe pensare a soluzioni del genere per le mamme che lavorano, a meno che i papà non siano a casa disoccupati e allora se ne occuperanno loro.

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    • Io lavoro,e anche tanto: oltre al lavoro a scuola ho anche quello a casa con gli animali e nei campi. Ma i miei figli sono sempre con me,e quando sono a scuola stanno con i nonni ( preferisco la sapienza dei nonni ad asili e scuole materne). Adesso che sto per avere la terza figlia penso proprio che lavorerò”solo” a casa,aprendo una fattoria zooantropologica con annesso centro di ippoterapia. Preferisco avere meno soldi ma crescere personalmente e seguire ogni tappa della vita dei miei figli. Bisognerebbe riprendere quella meravigliosa legge fascista che prevedeva sussidio per i figli italiani e uno stipendio per le mamme e le casalinghe! Ma capirai:qui pensano solo a speculare con gli stranieri!

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  5. Hai ragione a dire che essere genitori è il lavoro più impegnativo. Per fortua i miei ragazzi sono cresciuti in un’epoca dove non c’era così tanta tecnologia. L’unica concessione era la PlayStation ma rigorosamente controllata e cronometrata. Non è stato facile ma ho perseverato sapendo di fare il loro bene. Ora hanno il telefonino (18 e 22 anni) ma almeno da bambini hanno giocato all’aria aperta e spero che abbiano la maturità per non cadere in simili trappole.

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  6. hai ragione, l’unico modo è stare a contatto con i propri figli e cercare di educarli, educarli al rispetto delle regole, delle persone e sopratutto dell’ambiente che ci circonda, questo splendido pianeta, i ragazzi lasciati a loro stessi, con lo smartphone a 10 anni purchè non rompano le scatole, rischiano poi di fare una brutta fine, non solo fisicamente ma sopratutto psicologicamente, internet e i social, anzi direi sopratutto i social, sono pericolosi per un adulto che dovrebbe essere in grado di gestirsi…figuriamoci per un ragazzino/a.

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    • Infatti:ci sono già gli adulti che cadono vittime di maniaci,sette,imbroglioni e chi più ne ha più ne metta. Un tempo i genitori irresponsabili e superficiali usavano la tv come surrogato affettivo per impiegare il tempo dei loro figli. Adesso c’è internet,ci sono i social e tutti a concedere come pecoroni perché lo fanno tutti e quindi é giusto. Bisogna innanzitutto imparare a pensare con la propria testa,specie per il bene dei figli.

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  7. ROSARIO ZAPPALA'

    Non sapevo nulla di questo minorato mentale, ora spero che Putin lo faccia morire un po’ alla volta regalandogli ogni giorno tutte le sofferenze che ha provocato agli altri

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    • La Russia non ha il lassismo dell’Italia e la galera é galera per davvero,per fortuna. Mi continuo a stupire per quelle cretine che inviano lettere d’amore a questo assassino!

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  8. Nel leggere la tua pagina mi sono sentita male. I genitori hanno il dovere, come dici tu, di filtrare il fuori, prima di farlo arrivare ai figli, di insegnare loro a valutare cosa merita di essere vissuto o scansato.

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    • Il compito dei genitori é di vegliare,proteggere i figli ed educarli alla vita accompagnandoli e guidandoli in ogni fase senza pensare di poter delegare qualcun altro per scaricare le proprie responsabilità

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    • Il pericoloso fenomeno però è diffuso in altri paesi,non solo in Russia. Temo proprio che non sia affatto un fake e che Putin,sebbene comunista,non arrivi a tanto

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  9. condivido il tuo pensiero ma purtroppo sono consigli gettati al vento….. basta setire i discorsi che circolano…..

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