La sedia del Diavolo

A Roma, sulla sinistra della via Nomentana, in Piazza Publio
Elio Callistio, su una collinetta, si trova un antico monumento funerario
risalente all’epoca romana della prima metà del II secolo d.C
chiamato la Sedia del Diavolo.La stessa piazza Callistio si chiamava,
fino agli anni Cinquanta, piazza della Sedia del Diavolo.
Il sepolcro è un tipico edificio in laterizi a naiskos ( tempietto)
dell’età antoniniana: questa tipologia, in generale, è simile a quella dell’edificio sacro italico-romano, caratterizzata da un alto podio e fronte scandita dal colonnato o da una particolare decorazione.
Vi si tenevano i Lemuralia, o Lemuria, riti funebri celebrati il 9, l’11 e il
13 maggio per esorcizzare gli spiriti dei morti.
Tali riti risalirebbero ai tempi di Romolo che li creò per tenere lontano
lo spirito del fratello Remo dopo che l’ebbe uccuso.
Nel rito il “pater familias” doveva buttare alle proprie spalle delle fave
nere per nove volte mentre recitava formule propiziatorie.
Venivano celebrati anche i “Parentalia” o “Parentali” in onore degli
spiriti defunti dei parenti. I rituali duravano nove giorni, dal 13 al 21 febbraio,
giorno in cui si celebravano le “Feralia” ( dal latino portare), il momento in cui le anime dei morti potevano oltrepassare la Porta e raggiungere i vivi, come la mia ancora più antica Samhain o la più attuale festa di Halloween ;
per questo si portavano molti doni ai defunti, di solito ghirlande di fiori,
spighe di grano, cibo, vino, oggetti, affinchè venissero propiziati.
Era un giorno interamente dedicato ai morti e  non si potevano effettuare celebrazioni o lavori di alcun tipo.

L’usura del tempo ha logorato un lato intero dei quattro lati del sepolcro,
la facciata, cosicchè ci si può guardare dentro e osservare il suo interno:
si vedono due camere sovrapposte di cui la più bassa è quasi del tutto
sotto terra.
Il  suo nome deriva dal crollo della facciata che lo faceva apparire
come un grandetrono bruciato e scuro e ai bagliori dei fuochi che
venivano accesi al suo interno da chi, in tempi remoti, vi trovava rifugio.
Ma secondo una leggenda il trono fu messo davvero e dal Diavolo in persona!
E proprio di spalle  al palazzo papale del Laterano e nei secoli il luogo fu lo scenario perfetto di maledizioni, profezie e guarigioni, soprattutto nel Medioevo.
Secondo la leggenda, infatti, si credeva che il trono del papa fosse
in pericolo a causa della presenza di Lucifero a Roma e che questo sepolcro
fosse un luogo di ritrovo per i suoi adepti in cui organizzavano orge,
sacrifici e banchetti in suo onore.
Chiunque giungesse al cospetto del trono satanico avrebbe avuto il dono della veggenza e della guarigione da tutte le malattie.
Soprattutto nel 1300 c’era l’usanza di scrivere sul muro i propri desideri affinchè il Principe delle Tenebre le realizzasse, oppure di grattare vua dei pezzi di mattoni per creare pozioni magiche.
Si dice che su una ceta parte del trono sia incisa la parola “kabala”,
una lettera per mattone. Secondo alcuni sarebbe una formula magica incisa dall’alchimista Zum Thurm:chi la battesse con un pugno chiuso per tre volte, dicendo “voglio cambiare storia”, otterrebbe davvero un grosso cambiamento.
Provate per credere! Ma prima dovrete trovare la scritta…..
Un’altra leggenda narra del pastore Giovanni che nel 1800
smarrì una pecorella e venne a cercarla proprio in questo luogo.
Improvvisamente il pastore ebbe il grandissimo potere di riuscire a guarire le persone.Preparava pozioni portentose con la polvere e i frammenti raschiati dal sepolcro.
Divenne così molto famoso e ricercato, tanto che fu costretto a fuggire quando la notizia dei suoi “miracoli” giunse fino all’orecchio del vaticano.
Anche se non c’era più l’inquisizione un’accusa di praticare stregoneria era meglio evitarla!

Adesso al suo interno viene allestito il presepe per Natale….
E chi lo sente il Diavolo???!!!!

Per chi s’intende d’arte o per chi volesse approfondire:

Il  pezzo che sporge è ricoperto esternamente da uno zoccolo di mattoni
rossi su cui si aprono tre feritoie sfalsate.
Un tempo si poteva raggiungere tramite una scala, provabilmente
preceduta da un pronao.
Le altre pareti sono ricoperte di mattoni gialli e presentano
quattro lesene con capitelli corinzi a foglie lisce in mattoni
rossi e due finestre; sempre fate di  mattoni sagomati sono le
modanature aggettanti alla sommità del podio intorno alle
finestre e alla base del tetto a due spioventi; sul retro si vede
l’architrave liscio e il fregio con una curiosa imitazione
della struttura isodoma resa con l’alternanza dei laterizi gialli e rossi.
Nella camera superiore era presente una nicchia rettangolare per ogni lato,
e sul fondo un’edicola absidata con con catino a conchiglia e colonnine.
Era ricoperta da una  volta a calotta emisferica su pennacchi.
La camera inferiore è coperta con una volta a vela in parte crollata e
presenta nelle pareti in opera listata due arcosoli per parte e cinque nicchie entro cornici (una semicircolare fra due rettilinee e due angolari); nella parete frontale un solo arcosolio decentrato.

 

 

 

 

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9 pensieri su “La sedia del Diavolo

  1. meravigliosa…. in Sardegna invece c’è la SELLA del Diavolo, un luogo incantevole, su cui si gode un panorama mozzafiato

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  2. Grazie Indy per questo approfondimento.
    Certo che un Presepio in casa del Diavolo…

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  3. Non sapevo nulla dei Lemuralia nè dei Parentalia…
    Ma in queste pratiche si potrebbe coinvolgere anche il nostro governo? Vedi mai che li esorcizziamo..

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